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domenica 29 aprile 2012

L'Inno Italiano risuona a Jerez.

Suona l'inno italiano, ma non è per Rossi, è per Fenati, il giovane esordiente della Moto3 che coglie oggi la prima vittoria nel circuito mondiale, alla sua seconda gara, in condizioni di asfalto così difficili da lasciare a terra metà dei partecipanti.
Romano è partito cauto, ha gestito le prime curve con un pizzico di follia tipica di chi ha la sua età, ma poi dopo essere balzato dal decimo posto della griglia al quinto dopo le prime curve, Fenati ha "riaperto la vena", ha lasciato acceso il cervello, ha guidato al limite, ma senza rischiare oltre il necessario e quando è stato scavalcato da chi rischiava di più, l'ha lasciato andare e la pazienza ha dato i suoi frutti: giro dopo giro gli errori e le cadute dei suoi avversari gli hanno permesso di prendere il comando a  metà gara e da quel momento ha iniziato a spingere, costantemente, fino all'ultima curva, senza mai perdere la concentrazione, guidando con una facilità e una confidenza che sembrava fare un altro lavoro, con il risultato che al traguardo tra lui e tutti gli altri c'erano 36 secondi, un distacco che in una classe come la Moto3 è un fatto incredibile visto che le prestazioni non differiscono poi tanto tra moto e moto.
Romano ha dato la paga a tutti, l'ha fatto usando il cervello, dimostrando che si può fare, che anche noi abbiamo dei giovani che meritano un investimento nelle loro capacità, mi spiace solo che i giovani italiani debbano andare a correre nei campionati spagnoli come ha fatto lui per imparare ed emergere, ma un giorno affronterò anche la questione CIV vs CEV, non oggi, oggi mi limito ad ascoltare l'inno italiano gentilmente offerto da Romano Fenati.

Durante la Moto2, complice la mia scarsezza come pilota, avrò fatto almeno tre infarti del miocardio a vedere come i piloti mettevano di traverso le loro moto, da Marquez a Redding belli incarogniti hanno dato tutti spettacolo, salvo poi avere un risultato di classifica in qualche modo "falsato" dalla bandiera rossa che  ha premiato Pol Espargaro che aveva tagliato il traguardo in prima posizione il giro precedente all'interruzione di gara. Un vero peccato che la pioggia abbia costretto l'organizzazione a sospendere la gara: mi sarebbe piaciuto veramente vedere la battaglia coltello tra i denti, tra i due spagnoli, Marquez ed Espargaro, sicuramente avrebbero fatto scintille per potersi aggiudicare il gradino più alto del podio nella loro Spagna.
I nostri italiani purtroppo non sono riusciti a brillare, vuoi per problemi tecnici, vuoi per le condizioni meteo così particolari da poterle chiamare "pazze": Corti dopo averci fatto ben sperare nei primi giri, chiude la gara con una onorevole sesta piazza, mentre Iannone che tutti, me compreso, davano come uno dei pretendenti alla vittoria dopo i numeri del Quatar, è arrivato solo 14°.

Nella MotoGP se la gara fosse durata 5 giri sarebbe stata la più bella e spettacolare da una decina d'anni a questa parte, peccato che poi hanno girato per altri 22, durante i quali il cronometro è tornato ad essere il padrone indiscusso della scena: posizioni cristallizzate, Stoner in testa, Lorenzo in seconda posizione che si avvicina di un decimo per poi perderlo il giro dopo, Pedrosa e Crutchlow che sembravano essere collegati da un invisibile cavo elastico poco più indietro e via via tutti gli altri, in ordine sparso a gruppetti o da soli.
Come Ducatista nei primi giri pensavo di toccare il cielo con un dito guardando Hayden veramente competitivo mentre sorpassava all'esterno i suoi avversari, ma la gioia è durata poco, giusto il tempo che la pista di asciugasse definitivamente e tutti gli altri hanno ingranato una marcia in più, lasciandolo sempre più indietro, passato anche dalle Honda clienti di Bradl e Bautista, oltre che dalle oramai ben collaudate e sicuramente performanti Yamaha clienti di Crutchlow (ottimo quarto) e Dovizioso (quinto, ma più in difficoltà rispetto all'inglese compagno di squadra).
Valentino si è consolato riuscendo a rintuzzare e alla fine tenere dietro un Barberà che sembra essere la sua nemesi quest'anno, lo stesso Valentino in collegamento con Fuorigiri ha ironicamente scherzato sul fatto che ha vinto la sfida con Hector, se non altro il buon umore di fronte alle telecamere non manca.
Per tornare alla gara, vince Stoner che stravolge tutti gli esperti dallo studio confessando che ha fatto una gara studiata e tattica, risparmiandosi per non incorrere nei problemi fisici sofferti in Qatar salvo poi prendere in mano il gas solo negli ultimi giri. E così anche tutti quelli che "sanno" che lui sa solo partire forte, tirare sempre e arrivare primo, che "sanno" che lui non si risparmia, che non sa fare gare tattiche, si ritrovano a sapere solo di non sapere nulla.
Subito dopo Casey si piazza Lorenzo, oggi visibilmente più in difficoltà, forse per un set up poco azzeccato, arriva al traguardo stremato fisicamente, con lo sguardo di chi non ci sta ad arrivare secondo, perché piloti come lui non ci stanno ad arrivare secondi, sopratutto a casa propria.
Terzo dopo aver resistito alla Yamaha clienti di Crutchlow, arriva Pedrosa, che forse ha esitato troppo nelle prime fasi della gara e nella MotoGP di oggi non si recupera, se non per demerito di chi è davanti: una volta che sei dietro ci resti con buona pace per lo spettacolo.
Chi mi preoccupa un po' è Ben Spies: non è da lui essere così indietro, così in difficoltà per tutto il week end, ma in generale fin dalla prima sessione della prima gara, spero veramente che Ben si riprenda e riesca a mettersi davanti per dare qualche motivo di spettacolo in più a questa MotoGP che, primi giri a parte, è sempre più simile alla Formula1, mancano solo i sorpassi ai box durante il cambio gomme e poi siamo a posto.

In sintesi: Moto3 e Moto2 mi hanno divertito, mi hanno lasciato con il fiato sospeso, mi hanno emozionato, MotoGP solo i primi cinque giri e poi il vuoto assoluto.

Un'ultima nota: sinceramente Mediaset dovrebbe cercare di correggere un po' il tiro con Fuorigiri, oramai Bobbiese non sa più cosa inventarsi, oltre a cercare di dare la linea a Valentino, per sentirsi dire sempre le stesse cose, riesce solo a inventarsi teorie giornalistiche di dubbia concretezza come l'ultima di oggi: Stoner si ritirerà presto perché vuole fare il papà.
Caro Bobbiese, con tutto il rispetto per chi è giornalista per mestiere a differenza del sottoscritto, a me e a tutti quelli che conosco, sembra che Stoner da quando è padre abbia totalmente cambiato l'approccio mentale alle gare e intendo dire in meglio: ha imparato a gestire le situazioni di stress, sorride anche se non è primo, s'impegna e vince anche se non parte dalla pole con un approccio alla gara molto più rilassato e maturo, ma se a Fuorigiri volete essere la Novella2000 del motociclismo, allora siete sulla strada giusta.

Baci,
UsuL

Twitter ci avvicina?

E' tardi, troppo tardi, ma il sonno non arriva e quindi mi sono messo a leggere gli ultimi twitt e leggendo una domanda di Guido Meda che aveva molto il sapore di "lancio l'argomento di discussione", ho risposto anche io, con la quasi assoluta certezza che il mio twitt si sarebbe perso nel mare di risposte dei fans e detrattori dell'uomo in piedi sul divano.
La cosa strana è stata che Meda ha risposto e non solo a me, ma a tantissimi di noi comuni tifosi, che hanno risposto, più o meno gentilmente, con più o meno rispetto per quello che, ci piaccia o no, è la voce italiana del motomondiale.
Devo ammettere che twitter, una volta di più, mi ha stupito, mi ha emozionato, pur con il limite dei 140 caratteri che ancora odio, mi ha dimostrato come riesce ad avvicinare le persone comuni a chi, come Guido Meda, sembra essere su un altro pianeta rispetto al nostro.
L'avevo già scritto in un'altra mia elucubrazione tempo fa, ma mi riferivo solo ad un twitter "passivo", il come stavo cambiando la mia percezione di Max Biaggi, l'uomo non il pilota, attraverso i suoi messaggi che mi restituivano una persona molto meno esaltata e con manie di grandezza rispetto al personaggio che ero abituato a vedere nel piccolo schermo.
Ma questa sera, la possibilità di dialogare in modo diretto e amichevole con chi normalmente posso solo ascoltare, senza diritti di replica, mi ha fatto sentire bene, mi ha anche restituito un'immagine di un giornalista sportivo di primo livello che all'una passata di notte, nella sua camera d'albergo a Jerez, spende tempo per parlare con chi vuole dirgli qualcosa, dando una risposta non solo a chi ha delle cose intelligenti da dire, (non io, non preoccupatevi), ma anche a chi lo insulta o a chi dice le solite cose che oramai l'hanno sicuramente stancato.
Per non parlare del fatto che in più di un messaggio ha ammesso gli errori di valutazione fatti in passato, quelli per i quali molti ducatisti lo odiano ancora a priori, questa è una prova di onestà dalla quale molti di quelli che ancora adesso lo stanno insultando, dovrebbero imparare


Onore a te Guido Meda, quando ci vuole, ci vuole.

sabato 28 aprile 2012

Qualifiche selvagge quelle di oggi a Jerez!

La Moto3 si conferma una bella formula, almeno dal punto di vista del semplice telespettatore come me, senza particolari doti di motociclista e senza grandi conoscenze tecniche.
Romano Fenati ha faticato più di quanto speravo, probabilmente poca confidenza con una condizione d'asfalto troppo imprevedibile e un pizzico di pressione dell'ultimo minuto e si è ritrovato decimo alla fine del turno, ma se calcoliamo che Maverick Vinales, (il favorito di quest'anno) è nono a un decimo da Fenati, si capisce quanto queste qualifiche siano state incerte e un po' "pazze".
Alla fine sono stati premiati i piloti che hanno rischiato di più, la pista dal bagnato di inizio sessione si stava asciugando e negli ultimi dieci minuti tutti hanno montato le gomme slick, anche se in molti punti la pista era ancora bagnata, quindi quelli che hanno avuto il "coraggio" di spingere a discapito delle condizioni incerte dell'asfalto, sono stati premiati.



La MotoGP ha disputato un turno di qualifica assolutamente fuori dal comune, a dir poco folle, proprio per le condizioni metereologiche: pista quasi del tutto asciutta, sole, ma nuvole nere e cariche di pioggia all'orizzonte. Per questo motivo tutti i piloti si sono lanciati dal primo minuto alla ricerca del miglior tempo, per la paura che durante il turno la pioggia sfalsasse tutto.
E' così che ci siamo ritrovati a vedere i piloti spendere tutto dal primo giro, in barba ai set up, alle regolazioni di fino e al traffico in pista, nessuna considerazione, visiera abbassata, testa in carena e gas a martello, (come direbbe Meda).
Crutchlow era quasi riuscito a piazzare la zampata vincente, trovando  quello che sembrava il limite già nella prima mezz'ora, piazzandosi in prima fila e le prime gocce di pioggia a ventinove minuti dalla fine del turno sembravano mettere la parola fine alle qualifiche, ma il meteo di questo GP ha dato un altro colpo di coda facendo uscire di nuovo il sole, asciugando la pista quasi subito e riaprendo la caccia alla pole.
Da lì in poi è stata una lotta a due per la prima piazza, tra gli spagnoli Lorenzo e Pedrosa, gli altri navigavano a un secondo dai due fuori classe iberici che hanno dato spettacolo, almeno cronometrico, battendosi giro dopo giro, accendendo caschi rossi a raffica, rincorrendosi in un testa a testa in cui Lorenzo l'ha spuntata per un decimo sul rivale.
Dietro la bagarre non è stata meno intensa, anzi, le condizioni così particolari della pista che aveva ancora delle chiazze di bagnato in alcuni punti, hanno reso tutto più incerto e alla fine l'ultima posizione della prima fila se l'è guadagnata in extremis un coriaceo Hayden, zitto zitto, quatto quatto, l'americano ha lavorato sodo, (come sempre), ha guidato la sua Ducati come si deve e la Rossa di Borgo Panigale l'ha ripagato con un terzo posto assoluto.
L'ottimo Crutchlow si aggiudica la prima piazzola della seconda fila a soli sette millesimi di secondo da Hayden, ma conferma il talento e il momento di grazia dell'ex pilota della Superbike, che ha dimostrato una volta di più, come sa adattare se stesso e la sua guida alle situazioni più critiche, mettendo la sua Yamaha clienti giusto di fronte alla Honda ufficiale del campione del mondo Stoner che lo segue sulla quinta piazza anche lui a sette millesimi di secondo di distacco da Cal, tre piloti in quattordici millesimi di secondo!
L'ultimo posto della seconda fila se lo aggiudica Ben Spies, il compagno di squadra di Lorenzo conferma il momento di difficoltà di questo inizio di stagione aprendo con il sesto posto il secondo gruppo degli inseguitori: sette piloti in meno di un secondo, con a sorpresa una CRT, quella di Randy De Puniet che si piazza tra le "sorelle maggiori" al decimo posto.
Il terzo segmento della classifica è aperto da Valentino Rossi, tredicesimo, staccato di un secondo pieno da chi lo precede in griglia e di tre secondi e mezzo dal suo "ex scudiero" che la griglia anche questa volta la apre e questo è tutto quello che dirò su Valentino Rossi.


Ora devo scappare, il tempo a mia disposizione è terminato per oggi pomeriggio, tornerò a parlare delle qualifiche della Moto2 questa sera, se ci riesco: la moglie scalpita per uscire di casa e non posso darle torto!

Baci,

UsuL

venerdì 27 aprile 2012

Il Re è tornato, lunga vita al Re?

Quando non si ha nulla di meglio da fare ...
In questo pomeriggio denso di aspettative, i supporter di Valentino Rossi stanno stappando bottiglie di champagne, brindando al ritorno del Re delle piste, che pur segnando il secondo posto nelle prove libere appena disputate, ha comunque messo la sigla "Ros" al primo posto della classifica per parecchio tempo.

Ma siamo sicuri che possiamo già festeggiare?

Credo proprio di no e lo dico con la tristezza di chi vuole la Ducati vincente, non di certo con la gioia di chi vuole solo essere l'ennesimo detrattore di Valentino Rossi.

Vediamo di capire perché frenare gli entusiasmi di oggi pomeriggio.

Valentino ha girato con il secondo miglior tempo in 1:51:440, con pista bagnata, l'anno scorso le prove si sono svolte sull'asciutto, mentre la gara fu bagnata, quindi prendiamo in esame il miglior tempo della gara, su pista bagnata che guarda caso è proprio di Valentino Rossi ed è 1:48:753, al quarto giro quindi con serbatoio pieno, non il miglior momento per registrare un giro veloce, (il consumo delle gomme da pioggia rende difficile fare tempi veloci con il serbatoio scarico), quindi Rossi oggi è stato quasi 3 secondi più lento dell'anno scorso.
Da questo possiamo capire che la sua prestazione non è stata eccezionale come sembrerebbe dai semplici dati cronometrici e in Ducati lo sanno bene.
Molto probabilmente gli altri piloti di punta non hanno forzato più di tanto, con condizioni così incerte, una pista bagnata, ma non fradicia, una pioggia leggera e non scrosciante, pongono un problema di uso razionalizzato delle gomme a propria disposizione, ricordatevi che non hanno gomme infinite: "bruciare" delle gomme il venerdì vuol dire non averle a disposizione la domenica e purtroppo le gomme rain nelle condizioni di oggi tendono a consumarsi troppo in fretta perché la pista non è così bagnata da evitarne il surriscaldamento.
E' più probabile che il lavoro di oggi sia stato di affinamento delle moto nell'eventualità che il meteo di domenica sia simile a quello di oggi, anche se si parla di una pioggia più intensa per la gara, quindi non si è cercato la prestazione cronometrica assoluta, ma solo la strada giusta nel set up della moto in vista della gara.

Se non bastasse questo a placare gli animi esaltati pronti a tatuarsi un nuovo 46 sul corpo, possiamo comparare anche i risultati delle prove libere dello scorso anno e di quest'anno: Valentino Rossi era terzo nello stesso turno di prove del 2011, salvo poi arrivare quinto a più di un minuto dal vincitore.

In Ducati non c'è da festeggiare, solo da stare testa bassa e lavorare, domenica sarà tutta un'altra storia e vi posso assicurare che non ci sarà nessuno ansioso quanto me di vedere una Ducati sul podio, ma è meglio non festeggiare troppo presto.

Baci,
UsuL

giovedì 26 aprile 2012

MotoGP a Jerez, attesa, pronostici e topolini vari

Eccoci alle porte della seconda gara della stagione per la MotoGP, archiviata la gara serale, il circus torna nella natia Europa.


Diciamo subito che, non ostante il tapiro d'oro e la giornata a far finta di essere una Iena di Italia1, Valentino non ci farà vedere nulla nemmeno questo week end, forse Hayden, che si è dimostrato ben più a suo agio con questa GP12, riuscirà a finire decorosamente la gara, sicuramente lo spagnolo Berberà promette fuoco e fiamme dichiarando che vuole arrivare primo delle Ducati, del resto è la gara di casa, ma per Rossi si profila un'altra gara grigia, anche se le previsioni meteo chiamano pioggia, non credo che farà molta differenza: la totale mancanza di feeling tra il 46 nazionale e la Ducati non credo che gli daranno modo di fare più di una gara nelle retrovie, sperando almeno di non essere doppiato.


Tornando alla gara, lasciando da parte la fantascienza di vedere una Ducati nelle prime posizioni, sono sicuro che vedremo una bella battaglia, a gruppetti come oramai siamo abituati in MotoGP, tra il gruppo di testa con uno Stoner che ha sicuramente voglia di riscattare il "brutto" finale della prima gara, un Pedrosa che sarà ancora sospinto dalla buona prestazione della scorsa volta e un Lorenzo che vorrà bissare il successo, sopratutto a casa, in faccia al Campione Mondiale e al rivale spagnolo della Honda, ma non dimentichiamoci di Spies: Ben deve rifarsi della brutta prova della prima gara, dovuta alle troppe cadute durante le prove che hanno segnato troppo la sua moto e il suo corpo, ma avendo avuto il tempo di recuperare la condizione fisica, la motivazione psicologica e con un bel carico di "voglia di riscatto", farà sicuramente la sua parte nella lotta per il podio.


I posti di rincalzo sembrano essere destinati alle due Yamaha di Crutchlow e Dovizioso, che hanno dimostrato come, pur non essendo all'altezza delle sorelle del team ufficiale, sono sicuramente delle gran moto e lasciano presagire una buona prestazione, sono anche curioso di vedere se bisseranno lo splendido duello della scorsa volta, ma spero che s'inseriscano altri contendenti!


Chi potrebbe aggiungersi ai due?


Bradl spera di essere lui, del resto il rookie ha dimostrato di essere già a suo agio nella classe regina, anche se poi ha dovuto cedere nella gara d'esordio, probabilmente per le gomme.
Hayden si guarderà allo specchio, vedrà il secondo pilota ufficiale della Ducati e sicuramente vorrà lottare in quel gruppo, ma Niky deve migliorare la sua prima parte di gara: ultimamente dimostra di avere un gran cuore e una motivazione che va oltre quella del suo più blasonato compagno di team, ma perde subito contatto con il gruppo di testa e poi lotta come un leone, troppo tardi però.
Barberà, come dicevamo, promette battaglia, la cosa mi preoccupa non poco: Héctor non si trattiene, è un pilota duro e spigoloso e non ha molto riguardo per gli altri piloti. Questa sua irruenza, abbinata alla voglia di ben figurare nella gara di casa e con l'occasione di vincere la "coppa del nonno" arrivando primo delle Ducati, viste le difficoltà dei piloti ufficiali, sono un presagio di una possibile bagarre potenzialmente rischiosa per l'incolumità degli altri piloti.
Valentino non l'ho nemmeno preso in considerazione, non credo proprio che con la moto attuale, senza grandi passi avanti tecnici rispetto alla prima gara, Rossi rischierà più del dovuto per dimostrare qualcosa a se stesso o agli altri; farà una gara rilassata nelle retrovie, senza spingere troppo, stando lontano dai guai, aspettando il momento buono della stagione, se mai arriverà. Spero solo di non dovermi ritrovare a commentare un'entusiasmante duello tra lui ed Edwards.


A questo punto, se avete una buona memoria, vi starete chiedendo cosa centravano i topi del titolo.


E' una notizia di colore che stavo leggendo su Twitter, dove Cal Crutchlow stava chiedendo aiuto al noto cacciatore del circus: Stoner, per catturare un topo che si è imboscato nel suo motorhome e gli ha fatto passare la notte in bianco.
Sarà stato Dovizioso che ha sguinzagliato il topo per rendere meno energico il suo compagno di squadra? Chi lo sa, ma mi piace l'immagine che mi sono fatto del Dovi, vestito come un ninjia, che notte tempo s'introduce nel camper di Cal con una gabbietta sotto braccio e un paio di topolini nutriti a Monster Energy, pronti a rendere impossibile la vita al compagno di squadra.


In questi tempi di vacche magre per noi Ducatisti, bisogna trovare modi alternativi per divertirsi.


Baci,
UsuL

martedì 24 aprile 2012

Assen e il mondiale bagnato

Volevo commentare la gara olandese del mondiale SBK, ma poi è arrivato questo video e rispettosamente mi limito a condividerlo con voi ... vi dirò, ascoltandolo mi è venuta voglia di seguire di nuovo la Superbike con la sua voce e il suo commento in diretta ... speriamo per il futuro!

http://it.motofan.com/notizie/reportage-giovanni-di-pillo-ci-racconta-tutto-su-le-gare-sbk-di-assen/7936


Baci,
UsuL

La Superbike del futuro?

La scorsa settimana leggevo un interessante articolo in cui si parlava delle novità per il futuro della Superbike: un'unica gara più lunga al posto delle due manche e il rifornimento e cambio gomme, che saranno sperimentati in due gare del 2013.
Che la Superbike debba cambiare format e passare ad una gara unica la domenica credo che sia la scelta più giusta da un punto di vista televisivo e quindi di appeal per gli sponsor, che sia il momento giusto per mettere in programma certi cambiamenti così radicali? Credo proprio di si: pensare ora vuol dire sperimentare nel 2013 e applicare nel 2014, quindi in quello che dovrebbe essere il primo anno senza Valentino Rossi o l'ultimo con, (comunque non credo che il funambolo di Tavullia arriverà in sella ad una MotoGP nel 2015), vorrà dire intercettare investimenti diversificati da parte delle case motociclistiche, visto il trend in discesa della "classe regina" è già palpabile all'inizio di quest'anno con un 46 in difficoltà che toglie spettatori.


Quello che non mi piace per nulla è l'idea del pit stop.


La Superbike rischierebbe di diventare una specie di Formula1, in cui strategie di cambio gomme, errori nella corsia dei box e scelte errate sul momento in cui rientrare, diventano parte integrante e troppo spesso imperante nei successi e nei fallimenti dei piloti.
La SBK è bella anche perché i piloti non si risparmiano, non guardano al tatticismo della gara: giù la visiera e dentro di gas spalancato, almeno finché le gomme tengono e poi spera di tenerla in piedi.


Rifornimento in gara, cambio gomme sono cose che non vedo nel motociclismo, se non in gare di endurance e sembra che alla Infront vogliano creare un ibrido tra un Gran Premio e una Endurance: più corto, e quindi più vendibile alle TV di una Endurance, ma più vario e con più variabili in gioco di un Gran Premio e quindi possibilmente meno noioso della MotoGP di oggi.


In questa formula c'è un errore di base: le gare sono già abbastanza vive così come sono, anzi, il fatto di limitarsi ad un'unica manche dovrebbe spingere a giocarsi ancora di più il tutto per tutto: oggi un errore nella tattica di gara uno ti permette di capirlo, mettervi riparo e giocarti altri punti importanti in gara due, ma con un'unica gara tutto questo sparisce: i punti in palio son lì, sono di più, ma un errore non si recupera, la scelta della gomma sbagliata, (come per Checa domenica scorsa), non è un piccolo passo indietro in classifica, ma potenzialmente un grande balzo.

In Superbike hanno veramente bisogno di stravolgere così tanto la formula?

Non voglio pensare che siano così miopi da voler cambiare per "staccarsi" dal format del classico Gran Premio a favore di una MotoGP, pensando di offrire così un pacchetto "alternativo" e non "antitetico", penso che questo sia proprio il momento giusto per affondare il coltello, per dare alle case costruttrici una valida alternativa all'impegno in MotoGP, non diversa, ma migliore.



Baci,
UsuL


P.S.: Potete anche commentare, mica vi sgrido!

mercoledì 18 aprile 2012

Ducati, la Germania e il bisogno di dire qualcosa

Oggi la notizia del giorno è l'acquisizione della Ducati da parte del gruppo Volkswagen, ne ho già parlato questa mattina, ma non è questo quello di cui voglio parlare, bensì delle reazioni della "gente comune" in rete.


Il trend che imperversa è negativo, su questo non c'è dubbio, nei commenti della gente imperversa la sensazione che un mito italiano è finito, che l'ultimo bastione italico ha ceduto all'invasione teutonica, ma è veramente così?


Torniamo indietro nel tempo, era il 1996, Ducati fino a quell'anno era di proprietà della Cagiva che la cede ad un gruppo di investimento americano, il Texas Pacific Group.


Aspettate, ho scritto 1996? Ma non era il mito tutto italiano?


Nel 2006 in effetti Ducati passa di mano dal TPG al gruppo italiano Investindustrial Holdings, ma sei miseri anni di gestione italiana rendono giustificato parlare della "fine di un'era"?
Credo proprio di no, anche perché è indubbio che la Ducati capitanata da Gabriele Del Torchio abbia fatto enormi passi avanti nello sviluppo della qualità delle moto, così come nella capacità di espandere la fetta di mercato occupata dalla piccola azienda bolognese, ma siamo proprio sicuri che sia stata gestita nel migliore dei modi?
Solo gli addetti del settore potrebbero rispondere a questa domanda, in primis i concessionari del marchio, che però non diranno mai pubblicamente nulla a riguardo, ma il clima della Ducati Investindustrial Holdings era molto diverso dal passato, io ho avuto la fortuna di provare sia quest'ultimo che quello del TPG e devo dire che con Minoli c'era un'attenzione maggiore per il cliente, prima che per il bilancio aziendale, non che ci sia nulla di sbagliato a pensare solo al fatturato, ma Ducati è fatta anche dalla passione dei suoi proprietari e Minoli questo lo sapeva bene e sono stati lui e la sua gestione a creare il famoso "mito" della Ducati, non di certo Del Torchio, che, come ho già detto, ha altri meriti, ma di certo non questo.



Quindi tutti quelli che in queste ore si stanno mettendo in mostra, facendo a gara a chi la spara più grossa, dal postare "Crucchi" nella pagina Facebook di Ducati, a quelli che la chiamano Ducataudi e altre amenità simili, prima di scrivere certe cavolate dovrebbero conoscere la storia dell'azienda prima di parlare, ma si sa, nell'era di internet non è importante il contenuto di quello che si vuole comunicare, l'importante è comunicare qualcosa, è commentare anche se non si sa nulla di quello che si commenta, è apparire, non essere.


Baci,
UsuL

Team Volkswagen Corse?

Curioso: questa mattinata dal tempo incerto, con raggi di sole che si fanno strada timidamente tra le nuvole, immersa nell'incertezza su cosa succederà nei prossimi minuti, se pioggia o sole, sembra essere la giornata perfetta per accogliere la notizia dell'acquisizione della Ducati da parte del gruppo Volkswagen.
Il sentimento generale, anche leggendo i vari articoli che sono usciti nelle ultime ore, è proprio simile alla situazione meteo di questo 18 aprile 2012.


Tanto per dire la mia, prendo spunto da un interessante articolo di GPOne che analizza il rapporto molto cauto del gruppo VW con il mondo dell'agonismo motoristico.


Su GPOne ricordano infatti che la Volkswagen è da sempre molto restia a investire grandi capitali nei campionati più competitivi e tecnologicamente avanzati come la Formula1, preferendo investimenti più limitati e mirati; l'acquisizione della Ducati apre quindi un interrogativo interessante: nel 2013 la MotoGP avrà un costruttore in meno schierato sulla griglia di partenza?


Non penso sia una cosa da escludersi totalmente: i vertici della casa tedesca molto probabilmente già pensano che il rapporto costo/ricavo dell'impegno in MotoGP sia totalmente irrisorio, avranno sicuramente messo in conto l'uscita di Valentino Rossi a fine stagione, si ritroveranno quindi a dover valutare se convenga investire tempo, soldi, risorse tecnologiche e umane in un progetto che sembra destinato a non portare nulla di particolarmente utile alla produzione di serie.


Del resto gli spunti di riflessione che possiamo già valutare dalla prima gara di questa stagione sono poco confortanti: i dati d'ascolto sono in netto calo, quindi c'è un generale calo d'attenzione nei confronti del campionato; i problemi e relative polemiche tra Valentino Rossi e la Ducati stanno danneggiando sopratutto la casa di Borgo Panigale; il sentimento generale tra gli osservatori più "vicini" al mondo del motociclismo agonistico è che la MotoGP così com'è adesso è destinata a morire in fretta, ancora più velocemente se il funambolo depresso di Tavullia dovesse decidere di cambiare sport a fine stagione e passare alle quattro ruote.


I nuovi proprietari teutonici decideranno forse di chiudere l'avventura della rossa nella "massima serie" e dirotteranno gli sforzi della Ducati verso la Superbike, dove la Rossa domina ancora, anche se ultimamente con qualche difficoltà?
Vorranno confrontarsi in modo diretto contro l'avversario di sempre: BMW, che sembra non trovare ancora il giusto equilibrio per la sua 1000RR da competizione?
C'è da dire però che se dovesse rinascere il team ufficiale in SBK, la nuova proprietà dovrebbe affrontare un problema non indifferente: le incognite sulle prestazioni della nuova Panigale che erediteranno dalla precedente gestione e che, viste le premesse della logica di un motore portante in MotoGP, non sembra promettere poi tanto bene per la Superbike.
Certo che potrebbero stringere un accordo con l'attuale Althea Racing, dando loro la livrea della moto ufficiale, senza dover creare un nuovo gruppo di lavoro, cercando così di sfruttare un team già vincente e ben collaudato, che ha già le idee chiare e lavora con tenacia e determinazione, ridimensionando gli investimenti diretti della casa nel mondo delle corse, senza però perdere l'appeal del marchio "Ducati Corse" che da sempre è la bandiera della casa di Borgo Panigale, l'alone di sportività e successo che ha reso anche la più semplice delle sue moto di produzione, l'orgoglio del suo proprietario.


Ovviamente è troppo presto per fare delle ipotesi concrete, tutto questo è solo un bel esercizio di fantasia teoricamente plausibile. Forse al WDW in giugno i tempi saranno più maturi per sciogliere qualche nodo, i primi "nomi nuovi" saranno usciti e potremo valutare le prime mosse della nuova proprietà, sarò lì a curiosare dietro le quinte, come al mio solito, invisibile e silenzioso.


Baci,
UsuL

venerdì 13 aprile 2012

Facciamo che Vale non esiste?

Si, lo so che mi ero ripromesso di non tornare sulla questione Vale, ma non è di quello che è successo che vorrei parlavi, piuttosto di come l'informazione non riesce ad uscire da questa storia.


Valentino è arrivato ultimo delle MotoGP, ok.


Valentino non è il mago che ha resuscitato la Yamaha, ma solo il campione che ha saputo sfruttare una buona moto e nulla di più, ok.


Adesso però basta cavalcare l'onda del suo fallimento per aumentare gli ascolti/lettori.


Ora come ora Valentino manco riesce ad andare al bagno che subito c'è chi è pronto ad analizzare la sua postura mentre la fa, per valutare e studiare le differenze con quando la faceva nei box Yamaha, scoprendo che il mignolo destro ora regge il battacchio del campione in un modo in cui non aveva mai fatto, denotando quindi un affaticamento dello stesso dito da imputare allo sbilanciamento dell'anteriore della sua Ducati che gli impone uno sforzo in quella parte della mano, costringendolo alla fine a tenere il mignolo staccato dall'uccello mentre la fa.


Valentino non è il Dio della MotoGP, la Ducati non fa poi questi miracoli sovrumani, ora lasciateli lavorare e parlate d'altro, perché se no non ne usciamo più e se la maggior parte dei vostri lettori sono ignoranti di motociclismo e vogliono solo leggere di lui, pazienza, se ne faranno una ragione.


Baci,
UsuL

L'ultima battaglia a suon di twitt ...

Stasera si è scatenata una feroce battaglia in Twitter, scatenata da una battuta sarcastica, ma direi anche abbastanza realistica, di Max Biaggi: "Aereo privato?Private Jet?Non ho mica i soldi del 46 io !! Ma vivo bene ugualmente e assolutamente non mi lamento !! Easy Jet tutta la vita!".


Guai a toccare Valentino Rossi in questi giorni, nemmeno per scherzo! Se n'è accorto così, nel peggiore dei modi il povero Max, subito subissato di insulti, dal più pacato AlessioVr46 con il suo "Che simpatico umorista..." alla più diretta e signorile SamyYellow46 "Ma va a cagare!!!!".
Sinceramente leggere queste cose mi fa ribollire il sangue e si che io non sono un tifoso di Biaggi, anzi, ma lo rispetto come sportivo e come uomo, soprattutto perché non ha detto poi nulla di così assurdo: Valentino Rossi l'aereo privato, ammesso che non ce l'abbia già, se lo può permettere tranquillamente visto l'ingaggio ottenuto dalla Philip Morris per venire in Ducati.


Questi episodi fanno capire che il più grande pregio di Valentino Rossi personaggio, (non parlo dello sportivo), è anche il suo più grande difetto: l'aver portato il motociclismo al di fuori dei ristretti circoli di appassionati motociclisti, aprendo a tutti le porte dello sport su due ruote, un po' come strillavano al circo ... "Entrate siore e siori, più gente entra, più bestie si vedono!" e Valentino, involontariamente sia chiaro, di bestie ne ha fatte entrare forse troppe.


Oramai, non me ne vogliate, ma se vedo il 46 nel nome so già che c'è un buon 80% di possibilità che chi scrive sia qualcuno che non sa nemmeno come si mette la prima in una moto e che di sicuro non prova quel rispetto per i piloti e per i motociclisti che tutti noi veri appassionati dimostriamo ogni giorno, anche nei piccoli gesti, come quello con le dita quando ci incrociamo per strada.


Se il fenomeno di Tavullia si ritira dalla MotoGP per passare ai rally, la MotoGP inizierà una lenta e inesorabile agonia, questo è sicuro, ma forse e dico forse, sarà meglio così, spostando altrove l'attenzione di chi cerca solo un fenomeno da osannare senza usare il proprio cervello.


Mi spiace solo per chi, come me, apprezza anche i rally.


Baci,
UsuL

giovedì 12 aprile 2012

Dolce e tremenda sveglia alternativa

La stanza buia, il sonno leggero che ti prepara al risveglio, la porta che delicatamente si apre, lasciando entrare la luce del sole, e trenta chilogrammi di coccolosità canina che scivolano dentro più silenziosi di un soldato dei corpi speciali: è così che ti ritrovi la faccia leccata e le gambe frustate dalla coda nel risveglio più traumatico e allo stesso tempo dolcissimo che un uomo possa vivere.
La Chicca, il mio meticcio di labrador, ha deciso che era l'ora di alzarsi e così inizia una giornata intensa, piena di impegni "di tutti i giorni" che mi allontaneranno dal mio amato blog.


Ieri sera dopo cena telefonata fiume con Giovanni, adoro le nostre chiacchierate perché ho sempre qualcosa da scoprire, da imparare, ma ultimamente devo dire che arrivano anche molte conferme ai miei pensieri, il che significa che ci azzecco ogni tanto!
Quello che mi ha sconvolto è sentire Giovanni chiedermi cosa ne penso della situazione Vale-Ducati, è stato per me un'onore, lo so che per voi è solo un nome proprio, non seguito da un cognome che vi aiuti a capire perché dovrebbe esserlo, ma visto che non gli ho chiesto se vuole essere nominato nel mio blog, rimarrà solo Giovanni per ora.


Forse nel pomeriggio scriverò più approfonditamente della nostra chiacchierata: ha sollevato considerazioni e svelato retroscena poco noti che se non altro sono interessanti da sapere per cultura personale e lui, ve lo assicuro, ne sa e parecchio.
Ora vi lascio, mi tuffo nella vita reale, tra scartoffie al Comune e amenità varie ed eventuali.


Baci,
UsuL

mercoledì 11 aprile 2012

Twitter, lo stalking e l'illusione dell'amicizia.

Personalmente non ho mai utilizzato "veramente" Twitter, riuscite a immaginarvi il sottoscritto "costretto" in 140 caratteri?
Sta di fatto che Lorenzo, (non io che sono quello famoso, quello sconosciuto che si chiama Jorge), negli scorsi anni ha iniziato il trend di usare questo programma tra i paddock della MotoGP, seguito poi da molti altri piloti e cronisti, con l'arrivo di Valentino Rossi è diventato un must per ogni addetto ai lavori e per ogni tifoso avere un account per cinguettare, o meglio per leggere i cinguettii.

Ho provato anche io a iscrivermi, ancora qualche tempo fa, e dopo mesi di utilizzo posso iniziare a fare un primo bilancio.

Twitter viene definito un programma per "stalker", ma in realtà quello che i personaggi condividono lo fanno volontariamente, mica vengono spiati, è nella filosofia stessa di Twitter essere un mezzo per diffondere a chiunque qualunque cosa di voglia, ma l'utilizzo di questo programma da parte della gente comune crea una strana sensazione: leggere i cinguettii di personaggi famosi ti da l'illusione di essere un amico, da l'illusione che stiano parlando a te, ma non è così: tu sei sempre un perfetto signor nessuno e come tale molto probabilmente verrai trattato.

Di contro però devo ammettere che molti personaggi famosi che prima non mi stavano proprio tanto simpatici, con Twitter stanno cambiando la mia percezione delle cose nei loro confronti. Non dimentichiamoci infatti che noi ci creiamo un'idea di un personaggio che si basa su una conoscenza effimera e molto circostanziale come quella che ci passano i media.
Ad esempio il sottoscritto non è mai stato un grande fan di Max Biaggi, anzi, da quello che vedevo nelle immagini televisive, proprio mi stava sull'apparato riproduttivo, ma da quando il "3" è su twitter lo sto rivalutando, lo sto apprezzando, anche e soprattutto per l'impegno che ci mette per raccontare se stesso, le sue giornate, l'impegno che mette nella preparazione fisica, senza mai sforare nel privato che è e deve rimanere tale come la sua famiglia, ma comunque facendo vedere a chi lo segue tanti piccoli particolari della sua vita di sportivo che non si limita al week end di gara, ma che la coinvolge tutta: dai pasti leggeri e bilanciati, (vedendo i suoi piatti, io al posto suo sarei morto di fame da un bel po'), alla preparazione atletica continua.
Scrive senza tanta enfasi o arroganza come ci si aspetterebbe dal Max Biaggi che vedi sul piccolo schermo, e non è l'unico che sto rivalutando in meglio, anche Melandri è del gruppo, Valentino Rossi invece non fa testo in tutto questo: ha una platea di follower molti dei quali al limite del ridicolo per l'osannazione continua, che è naturale non si sbilanci troppo quando lo usa.

Continuerò a usare Twitter, anche se la foto di Ringo seduto sul bagno mi aveva un po' messo in crisi, leggendo, spiando, valutando ... mi sento molto uno stalker, ma con l'autorizzazione però!

Baci,

La Rete, le trincee e la battaglia senza Generali.

Anche oggi la battaglia continua e se possibile si inasprisce nei toni e nelle rivendicazioni: il popolo Ducatista e il popolo Valentiniano si confrontano a suon di articoli al vetriolo dell'uno e dell'altro sostenitore, con punte di crudeltà e cattiveria più marcate nei commenti qui e la, tra Facebook e Twitter la battaglia continua, anche se i Generali per i quali i contendenti combattono, tacciono, quasi fossero ignari della guerra fratricida.


Io, lo avete letto nei giorni scorsi, credo fermamente nelle colpe dell'uno e dell'altro, credo che Valentino abbia rivelato che non è il Messia che fa miracoli com'era stato descritto dopo il passaggio in Yamaha, ma anche che Ducati non sappia gestire un team nel modo corretto, correndo dietro alle richieste del pilota senza però un piano ben preciso, un responsabile autorevole e autoritario che lo gestisca, con il risultato finale che entrambi non si esprimono come potrebbero/dovrebbero.


Il silenzio dei Generali è stato, per questi primi giorni, una cosa buona che aiuta a non esasperare ancor di più le cose, ma sarebbe arrivata l'ora di rompere il silenzio radio e, con la dovuta cautela nello scegliere le parole, dare un segnale ai due eserciti di deporre, almeno temporaneamente, le armi perché stiamo andando veramente troppo oltre, oltre a quella passione che tanto mi fa amare lo sport motociclistico, distinguendolo dalla tifoseria calcistica, oltre quella passione che ti porta a rispettare ogni pilota che scenda in pista a rischiare la vita a 300 Km/h in sella ad una moto, sia essa rossa, blu, arancione o verde.


Basterebbe un Valentino Rossi più sereno, che ammetta anche le sue "colpe" nel non riuscire a sviluppare una moto che non sia una Ducati come la conosciamo, perché di questo si tratta, dello sconvolgimento di un progetto così complesso e dispendioso che pochi ne afferrano la complessità, (me compreso).


Basterebbe una Ducati che ammetta di non poter fare una moto fotocopia di una Yamaha, per ragioni economiche, di quantità di persone coinvolte, (nemmeno minimamente vicino ai reparti corse delle grandi giapponesi). Perché di questo si tratta: Ducati sa fare le moto in un modo in cui pochi riescono a farle andare come possono e Valentino non è uno di quelli, a prescindere dal numero di mondiali vinti.


Mi piacerebbe vedere Ducati che chiama un team manager con le idee chiare, dandogli carta bianca, e allo stesso tempo mi piacerebbe vedere un Valentino Rossi che umilmente chini il capo e accetti di avere tale team manager, seguendone consigli e ordini.

C'è bisogno di cambiamento, a prescindere dal fatto che Valentino resti o meno in Ducati, c'è bisogno di dimostrare l'autorevolezza e l'umiltà che già una volta ci ha proiettati sulla vetta.



Just my 2 cents, come direbbero gli anglosassoni.


Baci,
UsuL

martedì 10 aprile 2012

Dietrologismi e ipotesi giornalistiche estreme

La breve intervista rilasciata nel post gara da Valentino Rossi ha scatenato la stampa specializzata, è indubbio, siamo passati dalla semplice presa di coscienza del malessere di Valentino in Ducati, alle considerazioni sul silenzio assordante di Borgo Panigale e ora si stanno tuffando nelle ipotesi all'italiana.
Se avete letto il mio post d'esordio, saprete che sono affascinato dalla tendenza della stampa italiana a formulare ipotesi fantasiose sul futuro, pur di scrivere qualcosa su Rossi e che spesso queste ipotesi vengono farcite da piccole frasi come "da fonti vicine al pilota", o come "circola insistentemente la voce nei box", il tutto sembra un gioco, una roulette russa a chi la spara più vicina alla realtà, o meglio, a chi "c'azzecca" per poter dire "Come scrissi tempo fa".


A questo punto perché non partecipare al gioco?


Chi mi conosce sa però che non amo le mezze misure quando gioco, quindi sparo la mia di idea futuristica, ma probabile e teoricamente possibile.


Piccola premessa prima di spararla grossa: forse molti di voi non hanno letto una notizia apparsa tempo fa sull'acquisizione della Infront, l'azienda che organizza e gestisce il mondiale Superbike, da parte della stessa azienda che ha il controllo della DORNA, la quale notoriamente organizza e gestisce il mondiale MotoGP.
Attenzione che ora scateno la belva complottista che c'è in me, tanto che manco Mel Gibson in "Ipotesi di Complotto" mi crederebbe.
Gli ascolti della MotoGp sono in calo, seguendo di pari passo la tendenza a calare dello spettacolo offerto, Valentino Rossi è un leone in gabbia, al di là del personaggio è un pilota di razza e non starà buono ancora per molto, ma spazio per lui su una moto competitiva non ce n'è: Honda e Yamaha hanno già fatto la loro scelta e notoriamente i giapponesi sono molto coerenti e inamovibili nelle loro decisioni.
Come arginare la situazione? Lasciare che Valentino scappi nei rally è inaccettabile, ma tremendamente possibile, (ricordo che dopo il rally di Monza Vale diceva che avrebbe voluto farne di più), allora visto che chi comanda la MotoGP e la Superbike è la stessa azienda, perché non migrare Valentino nel campionato delle derivate di serie?
Allo stato attuale dell'economia mondiale avrebbe molto più senso un campionato delle derivate, che attualmente però è schiacciato da una MotoGP che gode della maggioranza degli spettatori "non motociclisti", ma grazie sopratutto al fenomeno di Tavullia.
Passando Vale dalla MotoGP alla Superbike, quest'ultima sorpasserebbe quasi istantaneamente la prima per ascolti, quindi per investimenti degli sponsor e probabilmente case motociclistiche che ora sono latitanti nella MotoGP a causa dei costi troppo elevati, come Kawasaki, BMW e Aprilia, avrebbero solo da guadagnarci nel passaggio del 46 nazionale.


Se Valentino si spostasse di categoria, rivoluzionerebbe completamente il mondo del motociclismo agonistico, potete starne certi e forse non sarebbe poi un male, se non per la Honda, che nella MotoGP ha investito e molto anche e per noi appassionati che non potremmo più andare nei paddock con tanta facilità come ora facciamo.


Ma spingiamoci oltre in questo mio vaneggio al limite del ridicolo: ammesso che passi in Superbike, dove andrà?
Attenzione, perché qui le cose si complicano ancora di più ...


Attualmente la supremazia tecnica in SBK è di due marchi italiani: Ducati con la 1098 e Aprilia con la RSV, leggermente più staccata sta scalando la vetta la Kawasaki a braccetto con la BMW, Honda è latitante con una moto di poco superiore a quella di serie e senza un chiaro e deciso appoggio del reparto corse, affidata ad un preparatore di indubbia bravura, ma che poco può contro le altre marche, Yamaha e Suzuki sono date per disperse.


Valentino potrebbe andare in:


Ducati? Nemmeno per sogno, non tanto per le polemiche di adesso, del resto Checa con la 1098 che è arrivata alla fine dello sviluppo possibile, è in testa al mondiale e non sembra soffrire poi molto, ma se Valentino arrivasse in Ducati SBK nel 2013 troverebbe la "1199 Panigale", figlia della GP11 che tanto l'ha messo in difficoltà, con il suo stesso telaietto in carbonio e motore portante, fonte della sua tribolazione.


Aprilia? Il team vanta una prima guida scomoda per Rossi e cioè Max Biaggi. Il Dottore non accetterebbe mai e poi mai di condividere i box con il Pirata e viceversa, mentre Aprilia avrebbe il suo bel grattacapo a licenziare il pilota che gli ha regalato il mondiale e che sembra essere l'unico in grado di domare l'RSV, a Noale non son stupidi, pensano: "Stoner domava la Ducati e vinceva, Valentino no, se succede lo stesso qui?".


BMW? Prima guida Marco Melandri, vale lo stesso discorso di compatibilità di cui abbiamo parlato per Biaggi, oltre al fatto che BMW non sembra essere ancora del tutto competitiva visti i grossi problemi di "chattering" di cui soffre proprio Melandri e che sicuramente frenerebbero Valentino, il cui mito di grande preparatore e sviluppatore di moto è svanito negli ultimi tempi.


Honda? Oltre a non avere una moto del tutto competitiva visto il mancato supporto diretto della casa madre, non penso che alla Honda sarebbero contenti di aver buttato fuori il Dottore dalla porta per vederlo rientrare dalla finestra, proprio ora che stanno assaporando la tanto attesa vendetta in MotoGP.


Rimarrebbe solo la Kawasaki tra le moto di punta, anche se sembra essere ancora uno scalino sotto a Ducati e Aprilia, mentre Yamaha e Suzuki partirebbero praticamente da zero e non credo che Valentino sarebbe disposto a scendere in pista con una moto che non sia già vincente, vista la scottatura con Ducati.


OK, basta, sono andato anche troppo oltre con i miei vaneggi; mentre leggete le notizie sbandierate in giro qui e la in questi giorni ricordatevi una cosa: le notizie sono tali quando sono confermate, le voci di corridoio, le indiscrezioni, le rivelazioni anonime sono tutte buffonate per far numero, tanto quanto quello che ho appena scritto io: non ci credo minimamente a quello che avete appena letto, ma suona plausibile e se poi per puro caso si avvera ... è solo quello: un caso.


Baci,
UsuL

La noia, le statistiche e le sorprese.

Per il calendario sarà anche martedì mattina, ma a me sembra tanto lunedì ... colpa della pasquetta che ogni anno puntualmente mi sballa la settimana.


Ed è così che, lemme lemme, questa mattina ho deciso di dare un'occhiata alle statistiche del blog, giusto perché non sapevo cosa fare, e tra le informazioni sulla provenienza delle visite al sito non ho potuto non notarne un'unica, solitaria, ma inaspettata dal Qatar.


La fantasia vola e mi sto chiedendo chi, nel circus della MotoGP, ha letto il mio blog, ma sopratutto mi chiedo come mai, perché e cosa ne pensa.


Poi torno lentamente alla realtà, come una foglia che plana leggera dal suo albero in autunno: meglio non saperlo, perché con quello che ho scritto potrei ritrovarmi picchiato a sangue sia da Valentino, sia dai ragazzi della Ducati e anche dai giornalisti di Italia1, (a dire il vero solo quelli di "Fuori Giri" Meda&co mi sono piaciuti), per come ho trattato tutti. La mia unica speranza di apprezzamento sarebbe Hayden, ma è molto, molto flebile.


Beh, me ne torno alle statistiche, mentre sorseggio il secondo caffè della mattinata, buona giornata a tutti!


Baci,
UsuL

lunedì 9 aprile 2012

Tormentone Rossi, azzardo la mia?

Continuo a leggere articoli che sembrano scritti in serie, la sostanza è sempre la stessa e si basa sullo sfogo, (più che giustificato), di Rossi nel dopo gara di Losail. Tutti più o meno, mantengono nel centro del mirino Valentino, parlare del team Ducati sembra quasi un'eresia, l'avete notato?
Voglio dire, quando si parla delle prestazioni di Valentino gli argomenti sono due: Vale che non riesce ad avere quello che cerca oppure la moto che è inguidabile, ma ci sarebbe da prendere in considerazione un'altra variabile, che fin ad oggi non mi sembra sia stata sottolineata, la line up del team.



C'è infatti un binomio che sembra essere vincente se guardiamo il passato blasonato della Ducati e il presente della MotoGP: Stoner-Suppo.


Quello che mi sembra mancare totalmente in casa Ducati è la figura del team manager, non me ne voglia Vittoriano che è una persona splendida e un pilota tester di razza, ma manca proprio quella voce autorevole, quel capo inflessibile che sia in grado di coordinare e comandare il lavoro all'interno dei box così come in fase di sviluppo.
E' per questa mancanza che, secondo il mio modesto e forse inutile parere, Ducati sembra un team in totale confusione, che sforna decine di versioni fantasiose della stessa moto senza mai trovare la quadra della situazione.
Non so quanto questa mancanza di un vero manager sia dovuta anche alla presenza di Valentino Rossi, notoriamente allergico alla presenza di un capo che gli dica cosa fare e cosa dire, è comunque una situazione che hanno già vissuto in passato alla Ducati, nel mondiale Superbike.
Quando il team ufficiale, (ora ritiratosi), perse lo storico team manager Davide Tardozzi, la situazione del team precipitò a tal punto che i risultati non giustificavano, a detta del team, lo sforzo economico di avere un team ufficiale nel campionato. Eppure il team Althea ha dimostrato come, con il giusto gruppo di lavoro e una buona intesa con il pilota, fosse ancora possibile portare la bicilindrica in vetta al mondiale con il dominio di Checa la scorsa stagione.
A questo punto mi vien da pensare che in Ducati Corse ci siano tante, troppe persone che vogliono "comandare", che non ci sia la volontà della dirigenza di assumere un team manager degno di questo nome, un Livio Suppo, un Ramon Forcada, insomma un professionista che si assuma lo scomodo ruolo di chi coordina, comanda e gestisce lo sviluppo della moto e la gestione del box.
E' strano e sospetto infatti, che proprio nello stesso periodo alla fine della stagione 2009, i due team manager di MotoGP e Superbike di casa Ducati abbiano lasciato il loro posto per emigrare altrove e in entrambi i casi i due team non abbiano fatto nulla per dare al team una guida autorevole e siano sprofondati in una crisi evidente e tangibile.


Non rimane che sperare in un cambiamento di rotta nella politica aziendale, forse l'acquisizione da parte di Audi, se verrà confermata e se coinvolgerà anche la Ducati Corse, (che è un'azienda indipendente rispetto alla Ducati Motor Holding), potrà dare sviluppi nel giusto verso, almeno spero.


Baci,
UsuL.

Valentino si, Valentino no, il tormentone ammazza MotoGP

A questo punto penso che si possa tranquillamente dire che la questione Rossi-Ducati sia arrivata a toccare il ridicolo, non tanto per quello che hanno detto e fatto il pilota e il suo team, ma quanto per il fatto che giornalisticamente parlando è diventato l'unico spunto di discussione.
La ridicolaggine dei commenti post gara dallo studio sta toccando veramente i vertici del non senso, vediamo quello di cui avrebbero potuto parlare, ma che non hanno fatto per poter dedicare più spazio possibile alle seghe mentali su Valentino.


Innanzitutto Lorenzo: stratosferico, vince contro ogni pronostico, con un po' di fortuna e dimostrando maturità e acume tattico. L'anno scorso in studio si ricordava spesso e volentieri come la Yamaha fosse una moto vincente perché così l'aveva sviluppata Valentino, ma ora che è un'altra Yamaha? Semplicemente si glissa, non possono più dire che se vince è merito della moto sviluppata da Rossi, magari dovrebbero ammettere che anche lo scorso anno se andava bene non era per merito del 46 nazionale, anche se non mi stupirei se Bobbiese venisse fuori con la teoria che in realtà questa mille altro non è che la M1 mille di Valentino Rossi dell'era pre-800, tenuta in naftalina e pronta per essere usata in tutta la sua bellezza.
Spazio dedicato a Lorenzo nella discussione post gara? Il tempo dell'intervista e poi via, a parlare di Valentino.
Passiamo a Stoner: ha sorpreso tutti, è arrivato terzo, ma non ha fatto una piega, anzi sorrideva e quando Porta gli ha chiesto come mai non fosse arrabbiato, si è limitato a rispondere, sorridendo, che in quelle condizioni fisiche ha fatto la miglior gara possibile, forse una delle sue migliori di sempre per quanto soffriva.
Ma non erano proprio gli scienziati del post gara che ci raccontavano quanto Stoner fosse debole di carattere, insofferente verso qualsiasi cosa che non renda perfetta e facile la sua gara? Sarà la paternità, ma di sicuro non credo che sia la mammoletta che se la fa addosso che hanno sempre descritto, ma anche qui tempo dedicato: l'intervista post gara e poi via a parlare di Valentino.
Infine Pedrosa: secondo, costante, ci ha creduto sempre, non ha mollato mai, sereno e concentrato sorrideva anche lui al parco chiuso mentre al microfono di Beltramo spiegava che aveva sbagliato nel momento in cui si era fatto sorprendere da Lorenzo, che avrebbe dovuto passare Stoner prima che Jorge lo prendesse, sorpasso che non ci hanno fatto rivedere nemmeno una volta e che meritava di essere visto e studiato, (del resto non è un sorpasso fatto da Rossi quindi non è nulla di che per loro), considerazioni su un Pedrosa che ha dimostrato che anche quest'anno ci crede? Nessuna, non c'è tempo: bisogna parlare di Valentino.
Potrei andare avanti citando un Crutchlow quarto dopo una splendida bagarre con il nostro Dovi suo compagno di squadra. Cal arriva dalla Superbike come Spies, ma a differenza di Ben non ha vinto il mondiale SBK, si è limitato a prendere al volo il treno per la MotoGP, criticato da chi diceva che un pilota Superbike per giunta non iridato, sarebbe stato tritato nel super competitivo mondo della MotoGP, si, certo, infatti ha staccato il terzo tempo in qualifica e si è portato a casa il quarto posto assoluto in gara, sono sicuro che ne avrebbero parlato, se solo non avessero dovuto parlare di Valentino.
Avessero menzionato una sola volta quanto Hayden ci ha messo l'anima per portare a casa quello scarso sesto posto a fine gara. Lo si vedeva quelle rare volte in cui veniva seguito dalla regia: ha combattuto come un leone contro quella stessa moto che ha regalato una prestazione ridicola al suo più blasonato compagno di squadra, sua prima guida, che sulla carta, come giustamente diceva Lucchinelli, dovrebbe dargli la paga.
Ha lottato come un vero pilota dovrebbe fare, senza se e senza ma, mettendoci tutto se stesso per arrivare davanti a chiunque avesse a portata, chi se ne frega se era la lotta per il sesto posto e non per la vittoria, denti stretti e giù! Per fortuna Hayden era vicino a Beltramo mentre questo parlava con Guareschi e, visto che Valentino si stava ancora sbollendo, hanno trovato il tempo di fargli dire due parole, tra una considerazione e l'altra con Vitto a proposito di ... Valentino.



Complimenti alla redazione di Italia 1, loro si che sanno come tenere vivo l'interesse e variegato il programma di approfondimento su Valentino, ops, sulla gara di MotoGP che accidentalmente coincide con il fatto che corre Valentino Rossi, corre, si fa per dire corre.


Baci,
UsuL, (un po' acido lo so).

Impressioni a caldo della prima domenica di gare in motoGP

Lascio da parte la questione Ducati-Rossi, almeno per ora, piuttosto voglio parlare del debutto della nuova classe, la Moto3, sostituto di quella 125 diventata forse anacronistica per ragioni di mercato, ma che sinceramente non trovo poi così "vicina" alla realtà dello stesso mercato motociclistico.
Sta di fatto comunque che mi è piaciuta, la bagarre era del tutto simile a quella della 125 dei bei tempi, forse ancora di più visto che, a quanto dicono, le Moto3 sono più facili da guidare per la diversa erogazione della potenza. C'è anche da dire che la splendida prova del debuttante Fenati ha influito sul piacere di guardare la gara, il giovane Romano ha dimostrato nervi saldi e molta lucidità, diventando di diritto la prossima promessa italiana, sperando che la carriera non gli venga poi affossata da logiche di sponsor com'è stato con tanti grandi piloti italiani che non hanno trovato spazio nel gotha di questo sport, forse per l'ingombrante presenza di un Rossi campionissimo, croce di ogni italiano che si trovi a doverlo affrontare. Se tutto va bene per Fenati, Rossi non correrà più, se e quando lui arriverà ai vertici.
La Moto2 è stata una sofferenza unica, con il cuore che sobbalzava continuamente per i combattimenti coltello tra i denti che vedevano Iannone lottare contro la sua stessa moto, troppo, troppo lenta in accelerazione, arrivato secondo proprio per aver perso la volata decisiva, ma che ha dimostrato giro dopo giro quel cuore grande di chi sa trovare nella guida un rimedio alle carenze della propria moto. Sono sicuro che riusciranno a sopperire ai problemi visti oggi a Losail e che prossimamente Ianno lotterà ancora per il gradino più alto del podio, pronto più che mai a puntare a un titolo mondiale che, se solo in passato fosse stato più costante, già sarebbe suo.
La MotoGP, che nota dolente, è indubbio che ci sia stato un po' più di spettacolo rispetto a quelle gare soporifere viste nel 2011, ma rimane veramente troppo una questione di decimi presi o persi, gruppi sparsi, limiti incredibili alla possibilità di scalare posti in classifica: perdere il treno di un gruppo significa non rivederlo più, alla fine la gara diventa un collage di gruppetti formati da due o tre moto, separati da decine di secondi gli uni dagli altri e anche da un punto televisivo diventa un incubo da seguire: in più di un'occasione sono stato più concentrato sulla grafica della classifica che sulle immagini della gara di per se stessa, per poter capire come e cosa succedeva a Hayden nel gruppetto della metà classifica.
CRT? Sembra veramente che non ci siamo, direi che è una formula inutile, fatta per vedere tante moto in gara, ma a che prezzo? Che un terzo abbondante di quelle moto non gareggia nella stessa gara, son lì, navigano a decine di secondi di distacco delle MotoGP "vere", sembra un po' le amiche più sfigate che le ragazzine si portano dietro alle feste per risultare più belle nel contrasto.

Sarà il mio innato istinto agonistico, ma a che pro scendere in gara con una categoria inferiore?


In sintesi le categorie "minori" regalano più emozioni della classe regina, questa MotoGP è così sofisticata e al limite della tecnologia, che basta un'inezia per ritrovarsi a 10, 15 o anche 20 secondi dal capolista e tutto questo va a discapito dello spettacolo che invece dovrebbe esserne il punto focale.

domenica 8 aprile 2012

Cambio di nome al blog

Ho deciso che "UsuL's" era troppo "anglosassone", provando a tradurlo in "Da UsuL" non rendeva poi molto, allora sono passato al più classico dei nomi, giusto per rendere l'idea: "Bar Sport da UsuL".


Mi piaceva come nome per questo mio piccolo spazio di sfogo pseudo giornalistico, un titolo che dia al lettore la misura di quanto questo sia un sito non professionale, un posto dove fare considerazioni fuori dai denti, come al bar con gli amici.


Per cui ... ben venuti al Bar Sport da UsuL e buona lettura!


Baci,
UsuL

sabato 7 aprile 2012

Prime qualifiche, primi guai?

Da poco sono finite le prime qualifiche della stagione 2012 della MotoGP e la notizia del giorno è la pole stratosferica di Jorge Lorenzo? No.
Ah il tema caldo è la battaglia a distanza tra Lorenzo e il sempre presente Stoner? No.
Il clamoroso terzo tempo di Crutchlow, il pilota che venne dalla superbike, (notoriamente popolata da piloti privi di talento) e che per giunta non ha nemmeno vinto il campionato di serie B? No.
Allora la notizia sarà che Yamaha, pur soffrendo di una velocità di punta inferiore a tutte le "big" ha piazzato tre moto nei primi quattro posti? No.
La vera notizia del giorno è che la Ducati non va proprio, no non mi riferisco al fatto che Hayden è "solo" quinto, ma al fatto che Valentino è dodicesimo, ultimo delle MotoGP, meno di un secondo più veloce di Edwards con la prima delle CRT.
E inizia anche quest'anno la tremenda battaglia tra chi dirà che non importa che tutte le Ducati siano più veloci di Valentino: è la Ducati che fa male le moto e chi dirà che è Valentino ad aver perso lo smalto di un tempo visto che la Ducati ha già dimostrato di essere una moto vincente, almeno finché in sella c'era un certo australiano.
Chi mai avrà ragione tra questi due eserciti di appassionati amanti dell'una o dell'altra parte avversa?
Come al solito nessuno dei due, perché sono del parere che la colpa, come la virtù, è da suddividersi equamente tra entrambi.
Ducati effettivamente era vincente, ma c'è da dire che l'ultimo anno in cui Stoner l'ha guidata, ha vinto forse più per merito del giovane talento australiano, più che per suo stesso merito: quando riusciva a non cadere la portava di fronte a tutti. Già allora Hayden, pilota con alle spalle un titolo mondiale e che in sella alla Honda da dimostrato di essere parte di quella ristretta cerchia di piloti che possono stare davanti, era in difficoltà tanto quanto gli altri illustri predecessori della seconda guida, quindi potremmo dire che il 2010 è stato l'anno dell'inizio del declino Ducati. Mentre nel 2011 la scelta "imposta" del motore portante, (forse per ragioni economiche visto il lancio della Panigale, ma non voglio fare dietrologismi), ha messo in crisi tutti i piloti di Borgo Panigale, compreso il campione di Tavullia.
Dal canto suo Valentino Rossi è il campione che tutti conosciamo, ma anche il "giallo" più sfegatato non può non notare che sembrano passati i tempi in cui tutto sembrava riuscirgli senza fatica, i tempi in cui Valentino era lo squalo della MotoGP, girava sornione intorno agli altri per poi piazzare la zampata vincente. Basta guardare gli occhi spenti, quasi annoiati, quello sguardo di un pilota che monta in sella per dovere, senza più la passione che ti fa fare quello scalino in più.
Ducati ha intrapreso strade a lei sconosciute, (il telaio perimetrale in alluminio), ma sembra che non sia abbastanza per Valentino. E' diventata una moto più guidabile per "gli altri", per tutti quelli che non sono Stoner, ma non va ancora bene per Rossi. Quindi da "Il problema è il telaio che non permette le regolazioni", siamo passati a "Il motore è troppo potente e non riesco a guidarla nel modo giusto", eppure Hayden ha lo stesso motore, (dubito che abbia una versione depotenziata come per i neo patentati), così come Barberà e Abraham, entrambi piloti degni di rispetto, ma di certo nemmeno lontanamente al livello del 46 nazionale.
In tutto questo non posso non notare che Ducati rimane una moto troppo "eclettica", un cavallo di razza che pochi possono domare forse, ma che sicuramente non accenna a diventare quello che una moto "leader" dovrebbe essere: un mezzo così ben bilanciato da permettere ad un pilota al secondo anno in MotoGP, in sella ad una moto "clienti", di conquistare la prima fila, come ha fatto Yamaha con Crutchlow.
Ducati moto che non riesce a rendersi guidabile e Valentino che non riesce a trovare la motivazione per rischiare di più, per metterci l'anima, per andare oltre il limite di quello che sembra possibile, la caratteristica dei quei campioni com'è stato lui e come forse tornerà ad essere, ma dubito che accadrà molto presto e credo proprio che non accadrà mai in sella ad una rossa di Borgo Panigale.

mercoledì 4 aprile 2012

Il brivido del sabato

Quanti di voi si ricordano quel brivido, quella sensazione di irrequietezza mista a gioia che si provava il sabato mattina, durante l'ultima ora di lezione quand'eravamo alle medie?
Era il brivido dell'attesa per l'arrivo della Domenica!
In realtà poi alla fine ogni santa domenica era la stessa storia: tanta attesa per nulla, perché in fin dei conti era più eccitante l'idea che ci si faceva della giornata, più della giornata di per se stessa.
E in questi giorni sembra di vivere in quell'ultima ora di lezione del sabato mattina: sta per cominciare il Mondiale MotoGP e siamo tutti sulle spine.
Quello che mi chiedo, sopratutto ripensando allo scorso anno, è se sia solo l'attesa che sembra quella del sabato mattina, o anche il mondiale sarà una delusione come la domenica.
Ci ritroveremo anche quest'anno a calcolare il decimo di secondo guadagnato dal secondo sul primo, piuttosto che il mezzo decimo sul terzo sul secondo, tutti e tre spalmati in 30 secondi tra il primo e il terzo?
Sarà spettacolare come una gara di sottomarini?
Le gare saranno solo un corollario tra uno scoop sul nuovo telaio di Valentino e un gossip sulla patente nautica comprata da Pedrosa?
Riusciremo a vedere le epiche battaglie e i sorpassi coltello tra i denti che ci hanno tenuti con il fiato sospeso fino a qualche anno fa?

Sarà una Domenica memorabile, o sarà l'inutile Domenica in cui non succede nulla?

Chi lo sa: per ora stiamo ancora ascoltando la professoressa dell'ultima ora di lezione.

martedì 3 aprile 2012

Genesi di un Mito?

Devo ammetterlo, dopo la vittoria in gara due a Imola di Carlos Checa un pensiero fisso ha scalzato anche la gioia della doppietta: guardando le immagini di Checa che festeggia stavo assistendo alla nascita del prossimo uomo-Ducati?
La terza generazione tra i piloti più amati dai ducatisti sembra essere proprio lui, lo spagnolo che nel team Althea ha ritrovato la gioia di vincere, che a quasi quarant'anni ha assaporato il suo primo titolo mondiale che forse, ma dico solo forse, per molti vale più di tutti quelli di Rossi messi insieme.
Di piloti che in Ducati hanno vinto, sofferto o che ci hanno emozionato nell'una e nell'altra sorte, ce ne sono stati molti, ma è indubbio che pochi hanno resistito e hanno colpito il cuore degli appassionati della "Rossa", di certo tra di loro ci sono Giancarlo Falappa e Troy Bayliss, miti toccabili, che puoi incrociare nei paddock del mondiale superbike, (accessibili al pubblico e non blindati come quelli della MotoGP), con i quali puoi scambiare due chiacchiere, ridere e scherzare, ma si sta lentamente e inesorabilmente creando un altro di questi miti.
Che Checa sia una persona squisita si sapeva già, l'ho "toccato con mano", (non fraintendetemi: non  in quel senso, maliziosi), già l'anno scorso a Monza e già in quell'occasione ho avuto modo di notare e sorridere della differenza tra il leader della classifica mondiale e i suoi due colleghi arrivati dalla MotoGP: le transenne per tener lontani i tifosi, che stranamente lui non aveva, ma gli altri si.
Carlos entrando nei box per mettersi in sella alla sua moto e prendere parte a gara due, ha trovato i suoi tifosi ad aspettarlo e non ha rifiutato gli abbracci, qualche foto e gli incitamenti anche a pacche sulle spalle. Sono piccoli gesti, atteggiamenti che fanno la differenza tra un campione e un simbolo, perché nessuno mette in dubbio che piloti come Max Biaggi o Marco Melandri non siano dei campioni, dei fuori classe che lasceranno un segno indelebile nella storia del motociclismo, ma l'umanità, l'umiltà e la disponibilità a dare se stesso a chi intorno a lui vuole solo condividere la gioia delle sue vittorie, beh quella è tutta un'altra storia ed è quello che trasforma un campione in un simbolo.
Quante volte infatti avete visto Biaggi esultare con ogni singolo commissario di pista dopo una vittoria?
Penso che Carlos sarà l'erede di Troy per le nuove generazioni, sarà il volto a cui penseremo ogni volta che verrà nominata una Ducati, non me ne voglia Valentino Rossi.