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martedì 31 luglio 2012

Le Olimpiadi sono SOLO Federica Pellegrini per la RAI?

Anche gli alieni guardano le Olimpiadi
(Credit ANSA.it)
Visto che di tempo libero purtroppo ne ho in abbondanza, mentre lavoro ai cambiamenti del mio blog, tengo la televisione accesa e sintonizzata su RAI HD per vedere le Olimpiadi e in questi giorni di gare mi sto accorgendo come il giornalismo italiano segue proprio uno schema preciso: individuare un beniamino e non calcolare nessuno oltre a lui/lei, un po' come succede in MotoGP con Valentino Rossi.


La RAI infatti sembra quasi stia trasmettendo gare di sport vari, solo come riempitivo del palinsesto tra una gara e l'altra di Federica Pellegrini, con tanto di mega inserti con conto alla rovescia su quante ore, minuti e secondi mancano alla sua prossima gara, nemmeno fosse l'unica atleta degna di interesse per l'Italia.


Che spreco di un'occasione splendida per sottolineare e valorizzare quella parte "buona" dell'Italia, quegli atleti, soprattutto degli sport meno conosciuti, che potrebbero essere dei validi esempi di valori fisici, psicologici e culturali per una nazione che sempre più è formata da tanti singole persone che pensano solo a loro stesse e non formano più un vero e proprio popolo.


Lo capiremo mai un giorno che non c'è un solo atleta e tutti gli altri sono solo dei riempitivi?


Possibile che le Olimpiadi siano solo Federica Pellegrini così come la MotoGP è solo Valentino Rossi?


E' così difficile fare bene il proprio lavoro di giornalista?


Sperando che con l'arrivo di SKY anche la MotoGP goda di una diversa filosofia di giornalismo, intanto aspetto e soffro.


Baci,
UsuL.

lunedì 30 luglio 2012

Porta ha fatto arrabbiare Mamma Spies

Ben Spies e sua madre
(Credit superbikeplanet.com)
Questa quasi mi sfuggiva, per fortuna un altro blogger ha attirato la mia attenzione verso l'account Twitter di Mary Spies, la mamma di Ben, dove ho trovato un messaggio molto critico verso il nostro uomo dei collegamenti ai box: Alberto Porta.


Il buon Porta aveva raccontato un episodio successo a suo dire nei giorni precedenti alla gara, svelando un retro scena un po' drammatico in cui la mamma di Ben Spies, (e suo manager), avrebbe fatto una sonora lavata di capo con scenata annessa ad uno dei meccanici del figlio, senza però specificare il motivo del presunto sfogo della signora Spies, lasciando così intendere che il clima nei box di Ben era fin troppo "caldo".


Oggi leggo sull'account Twitter della Signora Spies:

"Absolutely no respect for Alberto Porta for spreading a lie."



"Assolutamente nessun rispetto per Alberto Porta per aver diffuso una bugia."


Lo sfogo continua verso i giornalisti che cercano solo scandali per far notizia invece di interessarsi alle vere notizie etc.


A questo punto mi chiedo: chi l'ha sparata grossa? Porta raccontando un episodio mai avvenuto o la signora Spies smentendolo così seccamente?


Baci,
UsuL.

La Laguna Seca che lascia tutti a bocca asciutta

Rossi in versione zavorrina
Il Gran Premio di Laguna Seca è da sempre quello che mi emoziona di più, dopo il Mugello sia chiaro, ma mai come quest'anno è stato così deludente, purtroppo lo devo proprio ammettere.


Innanzitutto, come al solito mancavano le gare di Moto3 e Moto2 e quindi buona parte del vero spettacolo della MotoGP, spettacolo che non sia legato semplicemente ai rilievi cronometrici, se n'è rimasto a casa, del resto si sa che gli statunitensi non sanno nemmeno cosa sia il motomondiale eccezion fatta per una ristrettissima cerchia di appassionati per la maggior parte ducatisti, quindi come sempre la MotoGP non è altro che una gara "ospite" all'interno del week end di gare dell'AMA, (il campionato americano superbike).


Ciò non ostante di solito il breve, ma intenso circuito californiano riserva sempre colpi di scena, gare mozzafiato ed emozioni che pochi altri circuiti possono regalare, ma non quest'anno.


In pratica se dovessi parlare della gara dovrei descrivere una serie di distacchi cronometrici dall'inizio alla fine, con in mezzo tre sorpassi di numero, quattro incidenti senza conseguenze e qualche ritiro.
Già con queste premesse capite bene che un povero incapace come me non sa cosa dire di una gara che non ha offerto nulla a chi l'ha guardata. Non rimane altro che parlare della solita aria fritta: dove andrà a correre Rossi l'anno prossimo, il rinnovo del contratto di Hayden e gli sfoghi di Ben Spies.


Questione Rossi: il Grande Capo, (mentre lo scrivevo mi è passato per la testa "il Grande Puffo" e mi sono immaginato Del Torchio completamente blu e con un buffo cappello bianco, spero di riuscire a dormire stanotte), è andato in America con il resto della squadra Ducati, più per parlare ai vertici di Ducati USA che per Rossi eh, ma con l'occasione ha parlato anche con il funambolo di Tavullia. I bene informati per tutto il week end ci hanno detto che portava Oro Incenso e Mirra al miracolato della MotoGP, con un'offerta economica aumentata per convincerlo a restare, poi Valentino in collegamento dopo la gara con Fuorigiri ha candidamente sconfessato tutti dicendo chiaramente che Ducati ha ritoccato si l'offerta economica, ma al ribasso. Del resto, siamo onesti, dopo due anni così scadenti, per quanto le "colpe" siano sempre da entrambe le parti, perché mai Ducati dovrebbe pagarlo di più? A un altro pilota avrebbero stretto la mano e indicato la direzione dell'uscita, come hanno fatto in passato con Melandri ad esempio.
Rossi quindi non scioglie i dubbi sul suo contratto per l'anno prossimo, sembra solo che l'opzione Honda sia meno concreta, rimangono in lizza il rinnovo Ducati e il ritorno in Yamaha, il toto mercato continua, almeno fino alla prossima gara, poi non ci sarà più nulla di cui parlare se non le speculazioni su cosa succederà l'anno prossimo vista la scelta che avrà fatto.


Hayden confermato in sella alla Ducati. Questa è l'unica vera bella notizia di un week end soporifero! Nicky si merita la fiducia e il rispetto dei vertici di Borgo Panigale, perché fa il suo lavoro di seconda guida, dando il meglio di se stesso con i mezzi che ha e l'ha dimostrato ieri andando a riprendere la Honda clienti di Bradl, superandola e conquistando un sesto posto che se non sembra nulla di che sulla carta, avendo visto le prestazioni di Rossi prima della caduta a me è sembrato un piccolo miracolo.
Senza contare anche tutto il contorno al suo vero e proprio lavoro di pilota: Nicky spesso è impegnato con gli sponsor, al contrario del suo blasonato compagno di squadra che è dai tempi di "Come fa la tua moto Valentino" che non si fa vedere praticamente mai per gli sponsor.
Insomma un Hayden concreto e sempre presente per la squadra, sia in pista che negli impegni "istituzionali", che si è meritato alla grande il nuovo contratto!


Passando a un altro americano, Ben Spies, ci sarebbe da parlare per delle ore della sua situazione, purtroppo non è un italiano, quindi se lo filano poco o nulla, ma se fosse stato un nostro connazionale avremmo assistito a Processi del Lunedì in pieno stile per la sua vicenda. Il buon Ben quest'anno non va, ma siamo sicuri che sia tutta colpa sua? A me pare che la nuvoletta di Fantozzi si sia piazzata in pianta stabile sulla sua testa: cadute strane, gomme che si sbriciolano e l'apoteosi di ieri: la rottura del forcellone posteriore al cavatappi.
Spies giusto l'altro giorno ha annunciato che a fine stagione se ne va dalla Yamaha, ma non è tanto questo a fare scalpore, quanto quello che ha aggiunto: che se ne va perché non sopporta più l'ambiente ostile in cui vive in quel box, sembra quasi che sia odiato o comunque visto in malo modo. Sinceramente mi piacerebbe capire meglio la sua situazione, del resto il suo tecnico e la maggior parte di quelli che lo circondano, arrivano dal suo vecchio team della Superbike. A chi si riferisce Ben? Ai vertici di Yamaha? Ai meccanici di Lorenzo? A Lorenzo stesso?
Certo è che se la moto di Jorge è sempre perfetta e performante, la sua troppo spesso ha problemi anche inspiegabili se confrontati alla perfezione della moto del suo capo squadra. Sarà mica che la sua moto è quella dove provano cose strane per migliorare la moto, pensando "Tanto se non funziona e Spies si pianta, possiamo sempre dare la colpa a lui"?
Certo è che se al posto di Spies ci fosse Dovizioso e succedessero tutte quelle sfighe, (il forcellone che schianta di botto al cavatappi ancora mi fa rabbrividire), il buon duo Meda-Rangheri avrebbe un argomento fresco di cui parlare, mentre Bobbiese si chiederebbe se non sia il caso di sostituire Dovizioso con Rossi perché Valentino è Valentino.


Per tornare al week end di gara, come ho detto prima i sorpassi sono stati: Stoner su Pedrosa per il secondo posto, Stoner su Lorenzo per il primo posto, Hayden e Rossi su Bautista per il settimo e l'ottavo posto e Hayden su Bradl per il sesto posto. Sorpassi nella CRT: non pervenuti per mancanza di copertura video a parte quelli subiti quando li hanno doppiati.
Se questo è spettacolo ... capisco che la MotoGP sia il top delle prestazioni e dello sviluppo tecnologico del motociclismo, ma veramente sta diventando di una monotonia che rasenta l'incredibile.
La regia dell'evento poi per il novanta percento del tempo ha inquadrato solo ed esclusivamente i primi tre e se considerate che in 32 giri ci sono stati solo i due sorpassi fatti da Stoner e per il resto hanno viaggiato tranquillamente in fila indiana, potete ben capire lo spettacolo degno di un'anestesia totale.


Uniche note di brivido: l'incidente di Pirro alla prima curva, lo schianto improvviso e repentino della moto di Spies e su questo consentitemi una piccola digressione su Rangheri che è stato l'unico ad accorgersi al volo dalle immagini della caduta che si trattava del cedimento del retrotreno, onore a Ringhio per l'occhio di falco, infine la caduta di Rossi per la quale qualcuno ha abbozzato una piccola accusa alla Ducati, ma con poca convinzione visto che la moto gemella di Hayden non solo è arrivata al traguardo, ma ha anche fatto una bella rimonta su Bradl e un sorpasso dove normalmente nessuno passa: alla curva Rainey, che se l'avesse fatto Valentino ne starebbero ancora parlando.


Nota di colore: Bobbiese, ispirato probabilmente dal clima californiano, ma dimenticandosi che lui era ancora a Milano, sembrava uscito da un telefilm stile Baywatch, con tanto di catenella con le conchigliette molto trendy. Qualcuno avrebbe dovuto spiegargli che quello è più lo stile California del sud, Los Angeles, Venice etc, lo stile California del nord è quello di San Francisco, la città gay per eccellenza, per fortuna il buon Bobbiese era a Milano, se no così conciato avrebbe attirato strane attenzioni.


Baci,
UsuL.




P.S.: Nelle prossime settimane, durante la "pausa estiva", lavorerò ad un cambiamento di questo blog. State "sintonizzati" per le novità!

mercoledì 18 luglio 2012

Gli animi caldi si scaldano ancor di più

I piloti Ducati, sorridenti come li vorrei sempre vedere
Sarà che sono un bonaccione che cerca di vedere sempre il lato buono delle cose e delle persone, sarà che mi sento ancora un appassionato di moto all'antica (non dico pane e salame se no Meda poi sbuffa) e quindi parto dal presupposto che siamo tutti "fratelli" in sella, ma questo clima di contrapposizione, di "odio", di continua sfida e scontro, vuoi che sia tra tifosi, vuoi tra giornalisti, inizia un po' a preoccuparmi.


Certo, per quanto bonaccione non sono del tutto stupido e so che, con l'allargamento del pubblico che segue il motociclismo, è ovvio che qualche testa calda simil ultras di calcio prima o poi doveva arrivare, ma quello che proprio non capisco è perché i giornalisti sentono il bisogno di alimentare e qualche volta creare ad hoc polemiche infinite, mettendo zizzania dovunque possono, con il risultato che chi sente meno il retaggio del vecchio appassionato come me, finisce per vedere tutto come se fosse una sfida d'onore, come se andare a fare polemiche qui e la nella rete, sia la cosa giusta da fare per sostenere il proprio pilota o la propria marca.


Già l'avvento di chi non è motociclista tra le fila di chi segue la MotoGP ha segnato una linea di confine che abbiamo varcato, e dalla quale difficilmente potremo tornare indietro, in cui giustamente tutti si sentono di dire la loro opinione, di criticare e giudicare, anche se non sanno minimamente cosa vuol dire andare in moto, cosa vuol dire andare in una pista.
Sinceramente a prima vista non è un male, perché più pubblico vuol dire più sponsor, più sponsor vuol dire maggiori fondi per i team e di conseguenza un aumento della competitività, almeno sulla carta, ma vuol dire anche che stiamo vedendo ogni giorno di più, l'arrivo di personaggi che s'infervorano, insultano, cercano in tutti i modi di convincerti che hanno ragione loro e che te non hai capito nulla e questo francamente è fastidioso.


Non che io sia un esperto, anzi sono il primo ad ammettere che come motociclista sono un cancello, che non ho nessuna formazione tecnica e non sono neppure un giornalista, ma mi piace dire la mia, il più possibile con rispetto ed educazione. Se trovo uno di questi personaggi di solito per un po' cerco di spiegare le mie ragioni, facendogli capire il mio punto di vista, spesso senza contraddirlo, perché ci possono essere modi diversi di interpretare il mondo che ci circonda e non sempre, anzi quasi mai, c'è un modo giusto e uno sbagliato. Purtroppo però con certe persone non si ragiona proprio.


E così mi ritrovo a leggere ogni giorno, sempre più polemiche sterili e che lasciano il tempo che trovano, da chi dice che Valentino è un pilota finito, a chi dice che Ducati è una moto di merda, da chi monta l'ennesima polemica prendendo spunto dalla spallata di Stoner, a chi ne approfitta per innescare una polemica sul fatto che le spallate sono giuste se date da uno e sbagliate se da un altro e via così.


Noi tifosi facciamo tanta fatica a rispettare le opinioni altrui anche se non le condividiamo?
Loro giornalisti riescono parlare di motociclismo e non di scandaletti e ripicche?


In questo clima di caccia alle streghe, in cui i risultati sportivi e i gesti atletici dei piloti non contano più nulla, in questo mondo del motociclismo che sta diventando sempre più basato sul gossip piuttosto che sullo sport, la mia unica preoccupazione è cosa succederà quando Mediaset approderà alla Superbike.
Tra i piloti della SBK le spallate sono all'ordine del giorno, alle volte volano anche ceffoni nei box tanto si scaldano gli animi, ma per fortuna i tifosi hanno ancora i piedi per terra e ci si rispetta a prescindere dal colore della marca o dal numero del pilota.

Saranno in grado di trasmettere e commentare le gare senza cadere anche lì nel tranello della via più semplice per fare audience e cioè la polemica e lo scandalo di turno?


Lo spero ardentemente, perché se no poi ci verrà a mancare anche l'unico campionato appassionante e spettacolare che c'era rimasto, dopo che Honda ha colonizzato e monopolizzato 125 e 250 per i suoi scopi commerciali e ridotto la MotoGP ad un affare per pochi intimi dove se non hai decine di milioni di euro non puoi nemmeno pensare di competere.

Ci rimane solo la Superbike e spero che riesca a sopravvivere a quel giornalismo che troppo spesso vive delle polemiche del dopo gara e che sta rovinando lo sport del motociclismo, creando un pubblico di ultras da stadio, piuttosto che di motociclisti sempre pronti alla piega, sia essa del ginocchio in terra o del gomito per la birra.



Faccio per primo il fioretto di essere meno acido e polemico d'ora in poi, spero di non rimanere solo in quest'intento, voi che mi leggete cercherete di seguirmi in questa crociata contro l'informazione spazzatura nel motociclismo?


Se solo noi gente comune smettessimo di andare dietro alle polemiche, probabilmente i giornalisti capirebbero che nel farle hanno più da perdere che da guadagnare.


Baci,
UsuL

martedì 17 luglio 2012

Twitter: Fight Club a 140 caratteri



Un logo di Twitter
Questa mattina, sorseggiando il primo caffè della giornata, mi sono dilettato a leggere la sfida a suon di battute in 140 caratteri tra Misterhelmet e Federico Aliverti, rispettivamente noto blogger e quant'altro e il vicedirettore della rivista Motociclismo, che ad essere sinceri continua tutt'ora mentre sto scrivendo questo intervento.


Il punto della singolar tenzone su Twitter non è poi così importante e visto che non è di quello che voglio parlare, sorvolo su argomenti e ragioni dell'uno e dell'altro, per dirla tutta chi abbia stuzzicato chi e quale dei due abbia ragione non ha molta importanza, il punto che volevo approfondire è quello più generico della pubblicità nell'informazione.

Che le riviste su carta stampata vivano delle inserzioni pubblicitarie, è cosa nota e scontata, non penso che i quattro gatti che mi leggono, credano ancora che un giornale possa reggersi sui ricavi della vendita in edicola, ma da qui a ipotizzare che un giornale sia più o meno "venduto", ne passa.

Personalmente ho avuto a che fare con situazioni simili in passato, per un certo periodo ho curato le pubbliche relazioni, la pubblicità e l'immagine di una nota azienda estera, ma di un settore diverso da quello del motociclismo e so, almeno per quanto riguarda quel settore, fin dove uno che fa quel lavoro può spingersi con i giornali che trattano l'argomento.
La recensione positiva di un prodotto negativo è impossibile, ci ho provato, per cui posso tranquillamente dirvi che la rivista mantiene un minimo di imparzialità, anche se le sventoli di fronte un contratto pubblicitario a lungo termine con guadagni notevoli e nel mio caso parliamo di prodotti non potenzialmente mortali o comunque molto costosi come una motocicletta.
Certo, un prodotto senza gloria o infamia, può diventare un "Prodotto interessante anche se di nicchia", che tradotto vuol dire: "Lo compra solo un fesso, ma quel fesso sarà un compratore di nicchia contento", e se il numero di inserzioni pubblicitarie è ingente, ma previo controllo da parte del giornalista, mi è capitato di scrivere io stesso la recensione del prodotto della mia azienda, salvo poi vedere la recensione firmata da uno dei giornalisti della rivista.

Sta di fatto che la pubblicità è a tutti gli effetti l'anima del commercio, soprattutto ora che di soldi ce ne sono veramente pochi, che la gente sta sempre più eliminando il superfluo e che comprare una rivista in edicola sta diventando sempre di più anacronistico e cade inesorabilmente in disgrazia: internet e l'informazione pressoché immediata stanno condannando le riviste ad un futuro sempre meno brillante.

A questo punto è lecito chiedersi se e come le inserzioni pubblicitarie influiscono nelle scelte di redazioni più o meno importanti, ma lo stesso dicasi delle scelte di piccoli siti d'informazione "alternativa", che magari non hanno bisogno o comunque scelgono di non vendere spazi pubblicitari direttamente, ma che essendo scritti da persone come voi e me, risentono lo stesso di influenze più o meno importanti di diverso tipo, dalla simpatia o meno per un prodotto da recensire, così come dalla linea adottata come taglio redazionale, che spesso porta chi scrive a trincerarsi dietro un'idea o un giudizio di base che influenzerà poi tutte le scelte future.

Giornali marchettari e blogger banneristi?

Alla fine della storia rimane sempre un comune senso della logica a mettere ordine in tutto: chi legge un giornale per farsi un'idea di un prodotto, sia esso una moto o un trattore, di sicuro non si limiterà ad una visione sola, ma leggerà altri giornali per farsi un'idea più completa e se anche un editore ha "venduto" la sua recensione di un prodotto, ce ne saranno altri due o tre che non l'hanno fatto e le magagne salteranno fuori di sicuro, in un modo o nell'altro.
Così come il blog di turno: nessuno prende come oro colato le parole di un solo blogger, anche se famoso e rispettato come Misterhelmet: le confronterà con altre versioni della stessa storia, scritte da altri blogger, forse meno famosi, ma ugualmente appassionati.

Il consumatore di oggi, anche e soprattutto perché non ha più tanti soldi da buttare, è un po' un falegname coscienzioso: misura due volte, taglia una.

Quindi tutta la giornata in cui Twitter è stato condito da colpi di fioretto tra i due "big", della carta stampata uno e del web l'altro, è stata veramente interessante e divertente, ma forse entrambi non hanno capito che la gente comune, come me, non decreterà un vincitore e uno sconfitto, si limiterà a godersi lo spettacolo come gli avventori di un bar che assistono ad una rissa, non importa chi vince e chi ha ragione tra i due contendenti: stanno semplicemente offrendo uno spettacolo gratuito e quando sarà finito, non rimarrà traccia del perché hanno combattuto e di chi fosse le ragione.

Sta di fatto che mi sono divertito a leggerli ... a quando il prossimo round? :)

Baci,
UsuL

P.S.: Il primo che ha pensato: "Se vuoi un giornale che parli sia di moto che di trattori basta che compri Mondo Ducati", vince un abbonamento a vita al fan club di Valentino Rossi.

lunedì 16 luglio 2012

L'azzecca garbugli del mercato piloti

Parole dolci per convincerlo a restare?
Ci stiamo avvicinando inesorabilmente al giro di boa di questa stagione della MotoGP che vive sulle chiacchiere da bar a proposito di Valentino Rossi prima, e delle chiacchiere da bar sul "moto mercato" ora.


Visto che stiamo parlando di chiacchiere da bar, non potevo non sentirmi tirato in causa in prima persona, visto che il mio blog ne è l'apoteosi: scritto da un non addetto ai lavori, su quello che dicono i giornalisti più o meno credibili, e letto distrattamente da quattro affezionati gatti.


Sinceramente non vedo l'ora che il mercato dei piloti sia ben definito e si metta la parola fine a tutto questo carosello di ipotesi, colpi di scena, teorie strampalate e chi più ne ha più ne metta. L'unico mio dubbio è che quando non ci sarà più nulla da dire su chi guiderà quale moto l'anno prossimo, saremo costretti a parlare delle gare e questo vorrà dire parlare di aria fritta e riposini pomeridiani.


Andiamo però con ordine e non fasciamoci la testa prima del tempo, perché c'è molto ancora di cui parlare a proposito del moto mercato e io, che di mia natura sono uno di quelli che odia aspettare, non resisto più in questo clima di attesa: vorrei sapere come si muoveranno tutti i vari piloti per l'anno prossimo.


Ci sono due modi per riassumere la questione: uno veloce e uno più analitico.


Per quelli di voi che non hanno tempo e voglia di leggersi tutto la pappardella analitica, inizierò con quello veloce.


Una sella disponibile in Yamaha ufficiale contesa tra Spies, Dovizioso e alcuni vorrebbero che anche Rossi facesse parte dei pretendenti. Un paio di selle sulle Yamaha clienti del team Tech3, contendenti praticamente nessuno: sono riservate a chi perde il posto su quelle più blasonate. Da due a quattro selle disponibili per le Honda clienti, di cui una quella di Bradl abbastanza certa, le altre chi lo sa? Dipende tutto da come si mette per quelle ufficiali.
Ducati da tre a quattro selle in ballo, sempre che Valentino resti o vada e che Pramac ritorni o meno a schierare due moto, i pretendenti a quelle selle tra già seduti e quelli che gli altri vorrebbero ci si sedessero sopra sono parecchi, da Hayden a Crutclow, da Iannone a Redding, la confusione è tanta e tutto rimane fermo ad aspettare le decisioni dell'azienda per Pramac e di Valentino per le ufficiali.


Riassunto: a seconda di quello che Valentino decide, si muoveranno tutti di conseguenza, quindi finché lui non parla, tutto rimane possibile e impossibile allo stesso tempo, un po' come la meccanica quantistica e il suo "gatto di schrödinger", quindi potremmo chiamare questa fase del mercato piloti, il Paradosso del Gatto di Rossi.


Se, mio caro lettore, ti senti pronto ad una sfida alla noia e alla confusione generale, allora di seguito ho cercato di analizzare la situazione in modo più completo, sempre dal mio punto di vista: quello da bar.


Vediamo un po' cosa sappiamo per ora:


Honda


Per il team ufficiale i giochi sono fatti e finiti: i due piloti per la stagione 2013 saranno Pedrosa e Marquez, per i due team satellite invece, ancora non giungono notizie certe, ma personalmente credo che LCR si terrà stretto il giovane Bradl, il tedesco ha dimostrato di essere un esordiente di prim'ordine in MotoGP, veloce e costante sta diventando sempre più forte GP dopo GP, forse manca un po' di entusiasmo e un pizzico di spettacolo intorno al buon Stefan, ma dal punto di vista squisitamente professionale è uno dei migliori debuttanti degli ultimi anni.
L'altro team privato Honda è quello di Gresini, non si parla più di tanto del mercato piloti che lo riguarda, ma personalmente non credo che quello di Bautista sia un rinnovo scontato: tranne qualche picco Alvaro non sta poi facendo una stagione che farà parlare di lui negli anni a venire e credo che il tempo di dimostrare le sue capacità sia oramai passato. Gresini viene tirato spesso per la giacchetta dai giornalisti italiani: team italiano con sponsor italiano, ma senza pilota italiano, quindi nel corso di questi mesi se ne sono sentite di tutti i colori, compreso chi ci vedrebbe bene Valentino Rossi, ma Fausto non si sbottona molto e quindi non si sa nulla.
Comunque per quanto riguarda i team satellite, penso che saranno veramente gli ultimi ad avere delle certezze: dovremo aspettare che si occupino prima le selle ufficiali delle altre marche.



Yamaha


Il team ufficiale ha una sola certezza: Jorge Lorenzo, per la seconda sella i nomi in ballo secondo la stampa sono:

Spies, la riconferma del pilota americano sembra sempre più difficile. Non so perché Ben sia entrato in questa spirale di risultati pessimi e botte di sfiga, ma fatto sta che viene regolarmente battuto dalla Yamaha clienti di Dovizioso e questo non dovrebbe accadere, soprattutto con un Lorenzo strepitoso, ma unico alfiere Yamaha contro le Honda.



Dovizioso, il Dovi emigrato dalla Honda ufficiale dell'anno scorso ha avuto l'umiltà di andare nel team satellite della Yamaha, ha fatto il suo percorso di apprendimento per imparare a guidare una moto completamente diversa da quella che guidava l'anno scorso ed è tornato nelle zone alte della classifica, sia dei gran premi sia del mondiale. Sarebbe il compagno di squadra ideale per Lorenzo nel 2013, veloce e costante nelle prestazioni, ma senza grilli per la testa e pronto a giocare per il proprio compagno portando via punti mondiali agli eventuali avversari del prossimo campionato.


Rossi, ebbene si, la voce continua a circolare tra i giornalisti, non so quanto sia vera, non ho sentito una sola parola che possa anche minimamente confermarla, ma sta di fatto che anche dopo il Mugello ancora si parlava di lui in Yamaha. Ci credo? Non molto, ma sono solo un chiacchierone da bar e quindi non ne so abbastanza per dire la mia.


La sella della seconda Yamaha ufficiale quindi sembra che abbia tre pretendenti per ora, mentre per le due selle della Yamaha clienti del team Tech3 sembra che una sia già destinata all'inglese della Moto2 Bradley Smith, ma l'altra? Tutto dipende dai movimenti delle ufficiali come al solito, quindi si vedrà a giochi fatti.


Ducati


E qui iniziano i problemi, la confusione e il kaos. In questi ultimi giorni i pretendenti ad una sella in Ducati sono:


Valentino Rossi, rimane, se ne va, compra il team e poi lo chiude per il gusto di farlo? Nessuno sa nulla: Rossi è sempre stato bravo a mantenere il più stretto riserbo sulle sue intenzioni future, quindi tutto quello che si dice è solo speculazioni.


Hayden, forse in Ducati lo lascerebbero senza sella, giusto perché non sanno se Rossi rimane o meno, ma sta di fatto che Nicky è un pilota della Rossa di Borgo Panigale che ci mette impegno e cuore, il più amato dai tifosi Ducati più accaniti, lasciarlo a piedi sarebbe un brutto colpo dal punto di vista dell'immagine di Ducati e molti non ne sarebbero contenti. Hayden merita il rispetto del team, ma soprattutto della dirigenza.


Crutchlow, il pilota inglese attualmente in sella alla Yamaha Tech3 e compagno di squadra di Andrea Dovizioso, vuole una moto ufficiale e l'unica disponibile sarebbe quella Ducati. Molti tifosi ducatisti lo vedrebbero bene sulla Desmosedici per il suo stile di guida garibaldino, ma se Rossi rimanesse, prenderebbe il posto di Hayden e per quanto anche a me Cal piaccia molto, non sarebbe all'altezza di Nicky.


Iannone, questa è la classica "bomba dell'ultimo minuto", molti giornalisti l'hanno chiamato in causa come possibile prossimo pilota Ducati, se sia al fianco o al posto di Rossi non è dato sapersi, ma penso sinceramente che sarebbe un ottimo sostituto di Valentino: colmerebbe il vuoto come "pilota italiano del team" e porterebbe in eredità un discreto numero di sostenitori, penso che sia tra i papabili sostituti del funambolo di Tavullia, più che un possibile compagno di squadra. Sarebbe adatto alla Ducati? Ora come ora credo proprio di no: Iannone è un perfezionista quasi peggio di Valentino, salire sulla Ducati penso che lo porterebbe rapidamente a fare un infarto cardiovascolare multiplo dovuto allo stress nel cercare di mettere apposto ogni singolo piccolo aspetto del set up di una moto che va guidata più con la Fede che con la tecnica.


Redding, altro pilota inglese della Moto2 che molti fan vorrebbero su una Desmosedici, ma tra tutti i nomi in ballo sembra il meno realistico, sicuramente molti lo indicano come possibile pilota "rude" stile Crutchlow, ma ancora una volta mi chiedo se veramente è quello lo stile giusto.


Per quanto riguarda le Ducati private, il discorso di complica ancor di più: penso che il team AB Cardion del pilota ceco Abraham non si vedrà l'anno prossimo, sicuramente non con una Ducati, mentre per quanto riguarda la Pramac, team storicamente legato al marchio bolognese, sembra che Pernat sia deciso a mettere sul piatto un accordo per ritornare al vecchio progetto del team satellite di sviluppo moto/piloti, dando una maggiore importanza alla squadra privata, un po' come attualmente lavorano alla Tech3 per fare l'apprendistato dei probabili piloti per il team principale.
Il progetto di Pernat è sicuramente interessante e giusto: avere una squadra privata che fa da nave scuola per i giovani talenti che abbiano l'aspirazione di entrare nel team ufficiale e un'altra visione ingegneristica in grado di dare interpretazioni diverse per lo sviluppo della moto. Tutto sta a vedere se chi ha pianificato o sta pianificando le strategie aziendali del reparto corse per i prossimi anni, ha intenzione o meno di fare un accordo di questo tipo con il team Pramac.


Torniamo quindi al Paradosso del Gatto di Rossi di cui sopra: finché non parla lui, gli altri discutono, propongono e si propongono, ma nulla si muove e nulla viene firmato.
Una volta che Valentino svelerà i suoi piani per il futuro, allora vedremo tutti i tasselli del puzzle andare magicamente al loro posto, oppure se preferite, sarà un po' come il gioco della sedia: appena Vale sceglie la sua, sarà una corsa per tutti gli altri per potersi sedere su quella migliore tra quelle disponibili.


Alcuni di voi potrebbero ricordarmi che tra le MotoGP ci sarebbero anche le CRT, ma credo che non ci sia un solo pilota al mondo che al momento aspiri a guidarne una. Dopo il moderato entusiasmo iniziale, questa formula di MotoGP a basso costo si sta rivelando per quello che molti temevano sarebbe stata: un buco nell'acqua. Penso che scendere in pista insieme, (dire "contro" sarebbe azzardato), ai prototipi della MotoGP con delle finte Superbike depotenziate, sia quanto di più inutile si sia mai visto nel motomondiale. Fossi nei panni di un pilota della Moto2 o della MotoGP, piuttosto rimarrei in Moto2 o cercherei un ingaggio nel Mondiale Superbike: correre con una CRT dev'essere veramente frustrante. Quindi nel caso loro non si parla di posti disponibili, ma piuttosto di posti da evitare.


Baci,
UsuL


P.S.: Ci sarebbe anche l'ipotesi Bobbiese, ma mi vergognavo a citarla tra le possibili, magari poi si avvera e mi tocca rimangiarmi tutto, ma chiedere a Dovizioso: "Se Valentino si prende la seconda Yamaha ufficiale che vorresti tu, andresti al suo posto in Ducati?", mi sembrava veramente fuori luogo come quesito ad Andrea, sempre troppo buono per rispondere con un vaffa.

domenica 15 luglio 2012

MotoGP, MotoGP delle mie brame, qual'è il circuito più bello del reame?

Il casco di Rossi per il Mugello
Ebbene si, la risposta alla domanda nel titolo del post è proprio scontata: il MUGELLO!


Certo io sono di parte, sono così fanatico del circuito del Mugello che con mia moglie l'abbiamo scelto come tabella per indicare i posti al pranzo del nostro matrimonio, compresi i segna posti sui tavoli che erano i nomi delle curve, ma il Mugello riserva sempre delle sorprese e delle emozioni così intense da meritarsi il titolo di Università delle due ruote che fu di Assen.


E anche quest'anno non ha disatteso le aspettative di tutti noi appassionati, regalandoci tre gare splendide, anche la MotoGP, pur sempre leggermente soporifera, ha dato uno spettacolo molto al di là della media stagionale!


Moto3: i ragazzini pazzi della classe più piccola del Motomondiale se le sono date di santa ragione, ammucchiati l'uno contro l'altro in perenne ricerca della scia giusta per lanciare le loro motine a velocità che si fa fatica a credere possano raggiungere ed è stato un piacere unico vedere la gara di un Romano Fenati con tanta voglia di riscattare la gara tedesca in cui, diciamocelo, c'ha fatto una figuraccia. Così il buon Romano corre una gara al limite del perfetto, provandoci sempre quando ha potuto, cercando di scappare in solitaria quando ne ha avuto l'occasione, salvo poi ritornare nel gruppetto degli inseguitori quando ha visto che non ne aveva per andarsene da solo, aspettando la sua occasione, capendo quando i due piloti che guidano il mondiale hanno deciso di cambiare marcia e dare lo strappo vincente a pochi giri dal termine, riuscendo a non perderne la scia, cosa che non è riuscita all'altro italiano Antonelli che purtroppo è rimasto nel gruppetto degli inseguitori che avevano perso il traino dei migliori. Anche il finale se l'è giocato nel migliore dei modi, trovando la concentrazione e la freddezza per riuscire a sfruttare le scie di Cortese e Vinales solo per poi prendere la sua strada, in modo deciso ha voluto provare il tutto per tutto nella volata finale e anche se per poco non è riuscito a portare a casa la vittoria, ha dimostrato di avere l'intelligenza e il sangue freddo necessari per stare tra i migliori al mondo. La bandiera a scacchi lo vede secondo e noi lo vediamo bene per il futuro! Spero sempre che non ceda alla pressione delle aspettative intorno a lui.


Moto2: Iannone show!
Ebbene si, il pilota dalla capigliatura improbabile è riuscito a vincere sul circuito di casa e l'ha fatto da vero campione, guidando al massimo, senza mai risparmiarsi, ma con il giusto piglio e la concentrazione di chi arriva al limite e quando può cerca anche di superarlo, ma sempre attento a non strafare per la voglia di dimostrare tutto subito.
Rimane nel gruppo dei migliori, fa la sua parte, cerca di andarsene, ma non ci riesce e quando vede 
Espargarò tentare la fuga, si sbarazza di un Luthi bravissimo e generoso nel suo tentativo di star dietro allo spagnolo, ma che lo rallentava, così Iannone si lancia all'inseguimento, fa segnare il giro più veloce in quel momento e va a riprendere Policio, lo supera all'inizio dell'ultimo giro, rintuzza gli attacchi dello spagnolo e va a vincere con mia immensa gioia perché dall'inizio di quell'ultimo, infinito giro non riuscivo più a respirare, col fiato sospeso in religioso silenzio, con gli occhi fuori dalle orbite e lo stesso animo con cui si guarda la scena principale di un film horror, quando speri non succeda niente, ma hai paura del colpo di scena.
La bandiera a scacchi che lo saluta per primo mi permette di lanciare un liberatorio urlo di gioia e di tornare a respirare.


MotoGP: la gara meno soporifera della stagione!
Da qui a dire che sia stata una gara all'altezza dello spettacolo di un tempo ne passa, ma se non altro la palpebra non calava.

"Pedrosa parte a fionda", nella cabina di commento di Italia1 erano preparati a dirlo come ogni domenica di gara e l'hanno detto, salvo poi accorgersi con un pizzico di stupore che questa volta è stato Lorenzo a partire come una fionda!
Da quel momento il buon Jorge se ne va, aumentando lentamente, ma inesorabilmente il suo vantaggio sugli inseguitori che come ci hanno abituato da un po' di tempo a questa parte sono Pedrosa e Dovizioso.

Nelle immediate retrovie scatta la sfida tra Bradl e Hayden e dietro di loro Valentino Rossi si libera delle CRT e trascina Crutchlow per tutto il Gran Premio, Meda non sa se lodare il buon Hayden che sembrava destinato a perdere ogni velleità di sorpassare Bradl e andare alla caccia del terzo posto di Dovizioso, oppure sorvolare con garbo sulle prestazioni dell'americano, ricordandosi che Nicky guida la stessa moto tanto disprezzata da Valentino Rossi.
Ci pensa Nicky a cambiare le carte in tavola perché quando la coppia di Mediaset fa notare che oramai sta perdendo contatto da Bradl e viene risucchiato dalla coppietta Rossi-Crutchlow amorevolmente in scia dall'inizio del GP, l'americano più amato dai Ducatisti chiude la vena, riprende il tedesco proprio quando inizia a sentire sul collo il fiato del pesarese.
Quando Nicky sfrutta la scia di Bradl all'inizio dell'ultimo giro, riesce a superarlo alla San Donato, ma il tedesco non ci sta e lo ripassa alla prima variante, manovra che non gli riesce tanto bene: lo spinge fuori dalla traiettoria ideale e Hayden si ritrova in un attimo dietro alla coppietta di cui sopra e chiude settimo.
Non me ne voglia Valentino Rossi, ma il suo quinto posto non se l'è per nulla meritato e i suoi tifosi più sfegatati festeggiano il loro campione, primo delle Ducati, manco fosse un premio, ma se è veramente il campione che tutti continuano a ricordarmi essere, perché Hayden ha lottato fino all'ultimo giro per il quarto posto, mentre lui ha dovuto fare una gara in attesa salvo poi arrivare quinto e come al solito per demerito degli altri e non merito suo?
Se Hayden lotta per il quarto posto, mi aspetto che Rossi, essendo il talento che è, lotti per il podio.

Ma tant'è, il funambolo di Tavullia ci sta abituando a gare corse in riserva, aspettando che gli altri facciano un errore per poi arrivare all'arrivo timbrare il cartellino e tornarsene a casa.
E' un po' quello che sta facendo anche al di fuori della pista: aspetta di vedere cosa fanno gli altri: AUDI licenzierà l'intero staff tecnico di Ducati che ostinatamente si rifiuta di progettare una brutta copia della Yamaha per lui? Se si allora resta, se no allora se ne va, perché se non è una moto costruita con la logica giapponese lui non la sa guidare e quindi meglio andarsene.
Quindi mi viene spontanea una domanda: se è vero che ci si mette tanto tempo a progettare, costruire e sviluppare una moto e se è vero che Ducati costruirà una moto diversa a seconda che Valentino resti o meno, cosa aspetta Rossi a decidersi di dire cosa vuole fare? Più lui ci tiene sulle spine, meno tempo rimane per sviluppare una moto, che sia una Ducati se se ne va, o una Yamacati se resta.
Spero solo che non la tiri lunga pur sapendo che se ne andrà, solo per sapere che a Ducati rimarrà poco tempo per sviluppare una moto vincente per l'anno prossimo e poterle battere nel 2013 solo per poter dire: "Visto? Non ero io, era la moto!".
Lo so, tendo a essere paranoico ogni tanto, ma spesso scopro poi di essere stato più realistico che paranoico.
Per la cronaca vince Lorenzo, ricambiando a Pedrosa l'umiliata subita in Germania, mentre al terzo posto arriva un Dovizioso alla caccia di una Yamaha ufficiale.
A proposito di Dovizioso: non sono del tutto sicuro perché ero distratto dalla mia creatura pelosa che voleva giocare, ma mi pare di averlo sentito schivare l'ennesima domanda imbarazzante per tutto il mondo del giornalismo, rivoltagli come al solito dal genio incompreso dei paddock: Bobbiese.
L'uomo dai capelli meno credibili del mondo, con il solito sorriso vagamente sadico, gli chiede se nel caso la seconda Yamaha ufficiale andasse all'unico e solo pilota di cui sa parlare, Valentino Rossi, lui andrebbe su una Ducati?
Il povero pilota cosa dovrebbe rispondere? Io non so se Bobbiese si rende conto di che razza di domande fa, ma sinceramente cosa si spettava che rispondesse? "Si guarda, sarei felice di andare a fare la figura dello scarso su una Ducati snaturata e resa perdente da Rossi, che mi soffierebbe il posto su una Yamaha ufficiale per cui mi sto ammazzando ad ogni staccata quest'anno, solo per potervi sentir dire che lui è il migliore del mondo e che io non so andare sulla rossa di Borgo Panigale."
In studio con Bobbiese ci sono anche Agostini, Cereghini che stranamente non ha ricordato il sorpasso di Valentino su Stoner a Laguna Seca, forse perché l'australiano non ne ha fatta una giusta e ha chiuso all'ottavo posto a 30 secondi da Lorenzo dopo averne combinate di cotte e di crude e, strano ma vero, c'è anche Lucchinelli che fino a questo GP era sparito dai teleschermi di Mediaset, forse perché alla prima gara della stagione aveva avuto il coraggio di dire che Valentino non può non dare almeno mezzo secondo al giro al suo compagno di squadra, gli aveva dato la colpa delle prestazioni ridicole, non si fa e difatti è sparito dai teleschermi, esodato verso il dimenticatoio. Probabilmente ha firmato un impegno scritto a non criticare Valentino in alcun modo, si vedeva che voleva farlo, ma si mordeva la lingua di tanto in tanto: deve portare a casa la pagnotta pure lui a fine mese, tiene famiglia.


Ora tutti pronti per andare oltre oceano, a Laguna Seca, Cereghini non aspetta altro che commentare lo splendido sorpasso al cavatappi che sicuramente Valentino Rossi farà su Barberà per andare a conquistare imperiosamente il sesto posto in classifica generale, ma sopratutto il primato nella speciale classifica delle Ducati!


Baci,
UsuL




sabato 14 luglio 2012

Crimine nel box Ducati

Fonti non bene identificate, probabilmente inventate da me, ma credibilissime, all'interno dei paddock del Mugello mi hanno svelato che ci sarebbe stata un'effrazione nel box del team Ducati Corse nella notte tra giovedì e venerdì.


L'agente incaricato delle indagini, tal Capirossi Loris, sta vagliando attentamente tutte le prove a sua disposizione, ma a quanto sembra il sospettato numero uno sarebbe il noto capo della Banda Bassotti, un certo P. detto "Carletto".
A quanto è stato reso noto, sempre in modo non ufficiale, il Carletto avrebbe forzato i box del team Ufficiale Ducati per prelevare notte tempo la moto numero 46, portarla nel box Pramac, scambiare le carenature e quindi rimetterla senza lasciare traccie al suo posto originale.
Ma il Carletto non si sarebbe limitato a questo: avrebbe anche prelevato la visiera del pilota spagnolo H.B., sostituendola a quella del casco del pilota italiano di Ducati: R.V.


In questo modo il povero R.V. si è trovato a guidare una Ducati che notoriamente non ha tutti i miglioramenti richiesti e in parte ottenuti dal pilota pesarese, ma non solo: avendo la visiera del pilota spagnolo, R.V. è rimasto stregato dal mirino inserito nella stessa, che il pilota del team Pramac utilizza normalmente per seguire la scia di piloti più blasonati. Sfortuna ha voluto che il buon R. abbia trovato di fronte a se la Ioda di un altro italiano P.D., in sella ad una CRT dalle prestazioni sicuramente inferiori a quelle che la Ducati del R. avrebbe potuto dimostrare. Stregato quindi dal mirino nel casco, R.V. ha iniziato a seguire il P. D. come fosse un ombra.


Questa ricostruzione, seppur non ufficiale, è l'unica che può spiegare il terzo posto della Ducati Pramac di B. contro il decimo della Ducati Ufficiale di R.

martedì 10 luglio 2012

Tutto cambia, senza che nulla sia cambiato

Vale approfitta delle posizioni di retrovia in griglia
 per valutare su quale moto vuole andare nel 2012.
Per quelli che come voi e me, questo caleidoscopico mondo del motociclismo lo vivono dall'esterno, ogni giorno c'è una notizia bomba che fa saltare sulla sedia, che infiamma gli animi dei tifosi e confonde le idee dei giornalisti meno navigati.
E' il caso di questo periodo di marcato dei piloti, un balletto senza un'apparente fine, che impegna i manager nelle stanze chiuse di chi decide del futuro di questo pazzo mondo di motociclisti. E loro decidono con la testa, cifre alla mano, statistiche e rapporti di forza tra possibili compagni di squadra, non con la cieca e vana passione che anima noi tifosi.

Stoner li ha sconvolti tutti, ha rimescolato in anticipo le carte, un po' come un sub burlone che tira un colpo di pinna vicino al fondale smuovendolo e rendendo l'acqua torbida e imperscrutabile: ora tocca agli altri, uno per uno, decidere dove andare e cosa fare, non tanto ai piloti, quanto ai loro manager e ai team; uno dopo l'altro si stanno accasando, ma il nodo centrale da sciogliere è quello di Valentino Rossi, come sempre.

Siamo sicuri però che il fenomeno di Tavullia abbia veramente una scelta?

Le scelte possibili sono sempre le solite, grazie ad una MotoGP sempre più lanciata verso il monomarca Honda come in Moto3:

- Honda ufficiale

Il team Repsol un sedile l'ha già assegnato al designato futuro vincitore della Moto2: Marquez. Scommessa simile a quella fatta con Pedrosa qualche anno fa, il buon Dani non ha coronato le aspettative, riuscirà il giovane Marquez, che per la verità è più simile a Lorenzo che a Pedrosa, a soddisfarle?
Di sicuro un compagno di squadra come Valentino Rossi sarebbe per certi versi una manna dal cielo a prima vista, ma non dimentichiamoci l'immediata rivalità con Lorenzo quando arrivò nel box affianco al suo: alzarono perfino un muro nel box per non svelare al Majorchino i segreti del più blasonato compagno di team. Chi ci dice che se approdasse alla Honda non farebbe lo stesso? Del resto la casa giapponese che è sostanzialmente padrona della MotoGP, di sicuro vuole per Marquez un compagno che sia più una specie di mentore che un rivale, si sa che quando decidono un ordine di scuderia, cascasse il mondo si deve rispettare e se lo ricorda bene Hayden che quasi perse un mondiale per la miopia nipponica che voleva Pedrosa vincente anche se non c'erano speranze concrete.
Rossi sarebbe quindi uno scomodo compagno di box: non farebbe di certo il maestro sottomesso, ingaggiato solo per portare alla vittoria il nuovo talento designato, quindi per lui non credo ci sia posto.

- Honda clienti

Alcuni avevano ventilato la possibilità che Valentino andasse ad approdare al team Gresini, al posto di Alvaro Bautista, un po' per questioni di sponsor, (team italiano con sponsor italiano e pilota italiano sarebbe perfetto sulla carta), un po' perché avendo fatto il mio stesso ragionamento di cui sopra, lo spazio nel team ufficiale non ci sarebbe proprio, ma siamo sicuri che Valentino Rossi si accontenterebbe di una Honda clienti e quindi inferiore a quella ufficiale?
Provate a immaginare Valentino Rossi che dopo due anni a navigare nelle retrovie con una Ducati che non è stato in grado di guidare nel modo giusto, si ritrova su una Honda sempre un passo indietro nello sviluppo in confronto a quella guidata da Marquez e Pedrosa, (ammesso che Dani venga confermato). Ci metterebbero poco i giornalisti più critici nei suoi confronti a dire che se arriva dietro all'esordiente Marquez vuol dire che è finito e che è arrivata l'ora del suo ritiro. Valentino questo scenario l'ha valutato di sicuro: è uno che fa della comunicazione e dell'immagine il suo più grande pregio al di fuori della pista, quindi di sicuro ha scartato l'idea.
Così come avrebbe scartato l'idea di un suo accasamento in un team satellite, che fosse Gresini piuttosto che Cecchinello, ma con moto ufficiale: sarebbe un po' come prendere il posto dell'amico Simoncelli e sicuramente al di là delle spietate logiche di uno sport come il motociclismo, salire su quella moto lo metterebbe istantaneamente in competizione con i fantasmi di un passato troppo vicino e ancora troppo doloroso, senza contare che in tempo di crisi economica, dubito che Honda abbia le risorse per una terza moto ufficiale.

- Yamaha ufficiale

Per quanto Jorge Lorenzo abbia pubblicamente detto di non aver messo nessun veto al ritorno di Valentino nel suo stesso box, in questo caso sarebbero i rapporti di forza tra i due piloti ad essere cambiati radicalmente: ora è Lorenzo l'uomo Yamaha.
Valentino non troverebbe un team che lavora per lui in primis e occasionalmente se capita e se è possibile per Lorenzo e questo è inaccettabile per Rossi, il quale ovviamente pretende di essere il pilota di punta in un team, oltre ad essere allergico all'autorità e avere un team manager che a differenza del passato e del presente, gli da degli ordini, è una situazione inaccettabile.
Quindi anche la Yamaha ufficiale è fuori discussione: non ha bisogno di un leader perché ce l'ha già e non ha bisogno di rinnovare il suo smalto come fu in passato perché è già la moto più concreta e competitiva del circus.

- Yamaha clienti

Basta vedere le prestazioni delle due Yamaha Tech3 per capire che Valentino non ci salirebbe mai: sono inferiori. Lo dimostra il fatto che un pilota esperto e per nulla lento come Andrea Dovizioso, fatica a rimanere a contatto con i migliori, anzi proprio non ci riesce. Al massimo se la gioca con la seconda Yamaha ufficiale di Spies, ma solo perché quest'anno, per motivi che sono ancora oscuri, il talento americano proprio non ingrana, ma il distacco da Lorenzo è sempre pesante alla fine della gara, non ostante il fatto che Dovizioso abbia le carte in regola per stare a contatto con Jorge, se solo avesse un mezzo che glielo consentisse.
Quindi Valentino di andare nel team satellite della moto che un tempo fu la SUA moto, che ha contribuito a sviluppare e far vincere, solo per lottare per il quarto posto, senza possibilità di farlo per il primo, sicuramente è un'altra di quelle situazioni inaccettabili per lui.

- Ducati

Alla fine di tutto il discorso torniamo a Borgo Panigale. Valentino non ama la Ducati, la ritiene un progetto sbagliato in partenza, la cambierebbe subito radicalmente per fare una moto simile ad una Honda o a una Yamaha e il fatto che la nuova proprietà potrebbe accontentarlo, spaventa tutti coloro che invece amano Ducati proprio perché si discosta dalle moto giapponesi, proprio perché non ha bisogno di copiarle per vincere, se c'è l'uomo adatto in sella.
Valentino comunque con una Ducati che sia una Ducati non potrà mai vincere, ma nemmeno ben figurare: è una moto che chiede un tipo di guida che lui non può adottare, non è nel suo stile, non è nelle sue caratteristiche e per quanto si possa criticare l'uomo, dobbiamo ammettere che guidare quei missili da trecento e rotti chilometri orari è tutt'altro che facile e se non ci si sente a proprio agio è normale chiudere il gas e pensare a portare a casa la pelle.
Sta di fatto però, che se anche l'AUDI volesse portare avanti il progetto di una Ducati dal carattere distintivo e per niente standardizzato, allora Valentino saprebbe già che la prossima stagione la correrebbe in bagarre con Barberà in scia, lottando per il sesto o settimo posto, pioggia e/o cadute degli avversari a parte.

Fino a quando Rossi non prenderà una decisione, penso proprio che tutto il resto del mercato rimarrà fermo, con Dovizioso che spinge per soffiare il sellino a Spies, quest'ultimo che vorrà una moto competitiva anche l'anno prossimo per poter riscattare una stagione che fino ad oggi ha riservato tanta amarezza, con Cal Crutchlow che sembra avvicinarsi sempre di più alla seconda guida del team Ducati ufficiale, ora occupata dal coriaceo, ma poco prestazionale Hayden che potrebbe accettare l'offerta di Ducati per correre sulla nuova Panigale nel Campionato Superbike la prossima stagione, oppure prendere il posto di Dovizioso o Crutchlow su una Yamaha, più inverosimile, ma altrettanto probabile anche il ritorno alla Honda per essere uno scudiero con esperienza, ma senza velleità di vittoria al fianco di Marquez.
Senza contare tutti quelli che arriveranno o che vorrebbero arrivare dalla Moto2, ma che evitano come il colera un ingaggio su una CRT: pronti ai nastri di partenza, con le valigie pronte oltre a Marquez ci sono Bradley Smith e il nostro Iannone, ma anche il veterano De Angelis, il fratello d'arte Pol Espargarò e chi più ne ha più ne metta, i piloti sono tanti, ma le moto sono poche.
Insomma un intricato incrociarsi di destini possibili e/o probabili che dipendono tutti l'uno dall'altro, legati tra loro in attesa che qualcuno prenda il capo del filo e sciolga il nodo che li tiene tutti fermi lì dove sono, un po' come un domino fatto di piloti.

Quindi aspettiamo le decisioni di Rossi, che saranno seguite da quelle di Honda e infine Yamaha, chi pescherà il cerino corto finirà sulla sella di una Ducati, sempre che AUDI non ne faccia una perfetta moto giapponese per mettere Rossi in condizione di finire la sua carriera in MotoGP da vincitore.

Baci,
UsuL

lunedì 9 luglio 2012

La vendetta teutonica

Valentino festeggia la vittoria al DesmoChallenge
Ebbene si, la vendetta teutonica per la sconfitta negli europei delle signorine che tirano calci al pallone, stando attente all'acconciatura, si è manifestata sotto forma di un week end di sfiga abnorme nel gran premio tedesco corso al Sachsenring.


Siamo partiti male già dalla prima gara, la Moto2, con il nostro Iannone che lottava a denti stretti per la vittoria, cercando di star dietro ad un Marquez la cui moto va MOLTO più della sua, ma non era un monomarca, tutto uguale, motori punzonati etc etc? Guardando la gara, durante il rettilineo precedente alla curva che è stata "fatale" per la gara del buon Ianno, si vedeva come quest'ultimo, pur essendo uscito benissimo dalla curva precedente nella scia dello spagnolo, questo gli andava via di velocità pura e semplice, non curante del fatto che, in teoria, se le moto fossero veramente uguali per lo meno Iannone avrebbe dovuto rimanere in scia e non essere lasciato indietro come una MotoGP semina una CRT. Credo che anche per questo il nostro pilota dalla criniera improbabile abbia staccato troppo lungo e troppo forte, perdendo l'anteriore e andando a seminare la ghiaia della via di fuga.
Una parziale consolazione viene da San Marino: De Angelis ringalluzzito dalla nuova moto che il team gli ha fornito, fa una splendida rimonta e chiude sul terzo gradino del podio, personalmente non ho ancora capito se devo considerarlo italiano o no, questa cosa di San Marino mi confonde quasi più di Sandro Cortese: ogni volta devo ricordarmi che è tedesco a dispetto del nome.
Per il resto della gara di Moto2, schianto di Iannone a parte, non è stata più di tanto emozionante: ha vinto colui che Honda ha predestinato come successore sulla sella di Stoner, forse è anche questa cosa che mi fa sempre pensare male della sua moto: Honda sicuramente lo vuole in MotoGP da campione della Moto2, i motori della Moto2 li fa la Honda, la casa giapponese ha già dimostrato che le regole le scrive, cancella e se ne infischia quando serve, ovviamente un controllo al banco a "sorpresa" della moto di Marquez è fuori discussione, quindi non sapremo mai se la mia è solo paranoia o c'è un fondo di realtà.


Anche nella Moto3 la vendetta teutonica ha colpito duro: dopo una gara della MotoGP sull'asciutto, i piccoli campioncini si sono ritrovati sotto la pioggia e non poca direi.
L'acquazzone ha scombinato tutto, il dominatore assoluto della categoria, Maverik Vinales, ha chiuso il gas, navigando intorno alla ventesima posizione, ma soprattutto il buon Romano Fenati ha dovuto affrontare per la seconda volta dopo le prove ufficiali di sabato, l'incubo pioggia. Romano sembra allergico all'acqua più di un gatto, non sembra "rallentato" e "meno incisivo" come il leader della classifica di cui sopra, sembra proprio atterrito dalla situazione, in cabina di commento avevano provato, durante le prove libere, a giustificarlo pensando a qualche problema tecnico grave, ma la moto era in ordine: l'unico problema è il pilota.
Fenati era alla prima esperienza di gara sul bagnato a quel che dicono e il Sachsenring non è di certo la pista migliore dove fare la gavetta, ma sta di fatto che il buon Romano deve allenarsi e non poco per affrontare questa situazione, spero che la Federazione s'impegni per risolvere il suo problema quanto prima, perché vederlo doppiato da piloti che prima di ieri se lo sognavano di stare con lui, fa male, troppo male, a noi e soprattutto a lui.


Arriviamo quindi alla classe regina: Pedrosa parte come avesse un razzo di Goldrake tra le chiappette, Stoner lo segue a ruota, gli altri dopo qualche giro manco li vedono più. Lorenzo al terzo posto gira solo come un cane per tutto il gran premio, Dovizioso Crutchlow e Spies se le danno di santa ragione per il quarto posto e questa loro lotta fratricida forse li rallenta un pizzico, quel tanto che basta a Bradl per rimanere a contatto, ma non troppo, guidando il gruppetto della categoria Ducati, dove Hayden Barberà e Rossi si giocano il primato nella speciale classifica del monomarca di Borgo Panigale, inaugurato quest'anno per poter dire che Valentino ha vinto qualcosa.
Il colpo di scena arriva all'ultimo giro: Stoner sbaglia la frenata e si stende, Pedrosa riesce a vincere per la prima volta quest'anno, peccato che Dani non è Valentino, se no subito avrebbero detto che Stoner era caduto per la sua pressione psicologica, invece no, Pedrosa non è Rossi, quindi non ha meriti: è solo Stoner che ha fatto la cappellata.


Nelle retrovie Crutchlow va lungo e per poco non si stende, ma riesce a rientrare in pista appena dietro al gruppetto del monomarca Ducati, immagino le bestemmie che ha tirato nel casco pensando allo scorso gran premio quando s'è ritrovato nella stessa situazione, ma questa volta non era l'unica MotoGP "vera" nel pacchetto di mischia: c'era anche il buon Bautista che avendo dovuto scontare la penalità per la mina alla prima curva della volta scorsa, era partito ultimo e pian piano aveva superato tutte le CRT sparse dall'organizzazione sul circuito giusto per inquadrare qualcuno a caso di quando in quando, per poi arrivare negli ultimi giri a prendere anche quelli del Ducati Challenge. Ne fa le spese il povero Hayden che viene passato sia da Crutchlow che da Barberà, un vero peccato perché Nicky s'era fatto un mazzo come una capanna per cercare di superare Bradl, era stato l'unico ducatista a credere di avere una MotoGP sotto le chiappe a stelle e strisce, invece si ritrova decimo alla fine della gara.
Valentino ha fatto il campione: ha lasciato che Hayden tirasse il treno degli inseguitori dietro a Bradl, che Barberà facesse vedere gli sponsor superandolo di quando in quando, (solo per poi tornare in scia) e alla fine prende lui la testa del Desmo Challenge e lo vince con l'autorevolezza del nove volte campione del mondo.
Di passare Bradl non se ne parla nemmeno: avrebbe dovuto prendere qualche rischio di troppo, non si fa.


Alla fine della giornata motoristica, (si ho guardato anche una parte del Gran Premio di Formula1, tra la MotoGP e la Moto3, giusto il tempo che la gara si trasformasse nell'ennesima corsa a cronometro tra un pit stop e l'altro), è finita, con la bocca amara per i nostri piloti e le nostre moto. Lo so che dovrei essere contento lo stesso, del resto il cugino di San Marino e Dovizioso hanno portato a casa due medaglie di bronzo, ma proprio non riesco ad essere contento e soddisfatto: il mio cuore ducatista piange ogni domenica di più e mi accorgo che piangeva di meno quando Stoner si sdraiava con la sua rossa di Borgo Panigale, perché almeno era sempre davanti e ci provava.


Baci,
UsuL   

giovedì 5 luglio 2012

Valentino e l'Effetto Ducati

Valentino come appare dopo l'esperienza in Ducati
Ci avviciniamo al giro di boa di questa stagione 2012 della MotoGP e il mercato piloti impazza più che mai, quasi soffrisse dei colpi di sole di quest'estate torrida, ho pensato quindi di fare una piccola riflessione su Ducati e Valentino Rossi.


Alla fine della stagione 2010 il funambolo di Tavullia inizia la "sfida Ducati", tutti danno per scontato che per "sfida" s'intenda quella di rendere vincente la Ducati, dimenticandosi che la rossa di Borgo Panigale era già vincente.

Le dichiarazioni di Valentino erano come al suo solito incoraggianti e radiose, il suo capo tecnico Jeremy Burges si sbilanciava come non mai, arrivando a dire che non capiva come mai Stoner si lamentasse tanto: la Ducati si poteva regolare facilmente in pochi minuti. Dopo una stagione e mezza sta ancora cercando di regolarla, Jeremy ha uno strano concetto di "minuti".



A questo punto dopo 25 gare corse, (si fa per dire corse), in sella alla Ducatona, Valentino Rossi sembra non sapere più dove sbattere la testa: è vero che a sentire lui, a Borgo Panigale non stanno facendo quello che lui gli chiede, ma dai due secondi al giro che prendeva nel confronto con Stoner dei test di Valencia del 2010, ora è sceso a un secondo più o meno, troppo poco, veramente un miglioramento nemmeno degno di nota e nel frattempo sta obliterando tutto quello che denota e differenzia una Ducati da una qualsiasi giapponese, dalla richiesta di un telaio delta box, alla rotazione dei cilindri, al retro treno in alluminio, tutte questi sconvolgimenti voluti da Valentino non hanno portato risultati utili, manca solo, come per altro già ventilato dai commentatori di Italia1, che Ducati abbandoni la classica conformazione a V di 90° per copiare quella di Honda, poi togliamo il sistema desmodromico, la dipingiamo di giallo, la facciamo costruire in Giappone e siamo a posto!


Sembra una situazione senza via d'uscita, del resto Ducati deve venderle le moto, non esiste solo per fornire a Valentino una MotoGP con cui vincere e poter dire "E' stata dura, ma alla fine ho sviluppato una moto vincente", solo che vendere una Ducati è diverso dal vendere una qualsivoglia giapponese: non si vende sulla carta mettendo i cavalli sviluppati all'albero invece che alla ruota per farla sembrare più potente, si vende per l'appeal di una moto completamente diversa, un bicilindrico desmodromico, una filosofia di costruzione del mezzo che si distacca così tanto da quella imperante delle moto nipponiche, da diventarne il tratto distintivo che la rende desiderabile al di là della prestazione assoluta, sia che si parli di cavalli sulla carta, sia che si parli di velocità massima indicata.
Ducati ha un carattere del tutto suo ed è quello che la caratterizza, che la rende un marchio sognato e desiderato quasi come fosse la Ferrari delle due ruote, chiedete ad un bambino se preferisce una Ferrari o una Nissan GT-R, la Nissan potrà essere più veloce e meno cara della rossa di Maranello, ma il bambino risponderà sempre e solo: Ferrari.


Quando decidiamo di comprare una moto è il bambino che c'è in noi a parlare, prima delle statistiche di erogazione del motore pubblicate sulla rivista di turno e quel bambino urla Ducati, ma continuerebbe a farlo se quest'ultima venisse completamente stravolta per diventare una brutta copia di una Honda, solo per poter dare a Valentino una moto che sappia guidare?


E' per questo che al WDW, il raduno mondiale dei ducatisti, qualche fischio ha aleggiato nell'aria quando Rossi s'è presentato sul palco, ed erano pochi solo perché il grosso dei ducatisti più sfegatati non c'era sotto quel palco: erano altrove a fare festa tra loro, fedeli alla tradizione per la quale il WDW è un momento di ritrovo e fratellanza tra appassionati del marchio, non una vetrinetta mediatica per l'azienda o il pilota blasonato di turno.


Così torniamo al mercato impazzito di metà stagione, con un Valentino Rossi che qualunque scelta farà, sarà quella sbagliata: se deciderà di rimanere per "vincere la sfida Ducati", l'unico modo sarà quello di sviluppare una brutta copia di una Yamaha o di una Honda, metterci sopra la scritta Ducati Corse e farsi odiare da tutti quelli che amano la rossa di Borgo Panigale per quello che è, come me, se invece decide di lasciare lo farà da perdente, perché quella moto nelle mani giuste vinceva e l'anno prossimo, con uno Stoner appena ritiratosi al culmine della carriera, nessuno oserà sminuire le sue prestazioni in Ducati.


Ai sostenitori di Valentino a tutti i costi non rimarrà che fare come Nico Cereghini dal palco del WDW: parlare sempre e solo del sorpasso di Vale su Stoner a Laguna Seca nel 2008, l'unico e solo modo per dimostrare la superiorità assoluta di Rossi su Stoner dopo che il 46 nazionale avrà dimostrato che non è stato in grado di vincere, ma nemmeno di ben figurare, con la moto guidata prima di lui dal suo rivale australiano.


Baci,
UsuL

lunedì 2 luglio 2012

Zavorre e gomme difettose

I crateri lunari sulla gomma posteriore di Valentino Rossi
Questo week end denso di gare, tra la MotoGP ad Assen sabato e la Superbike ad Aragon domenica, si è tinto di tutti i colori dell'arcobaleno, tranne che del rosso Ducati.


Andiamo con ordine: MotoGP, come da tradizione si è corso il sabato ad Assen, la ex Università delle due ruote che dopo le modifiche sembra sempre più un ginnasio a dire il vero, la gara in generale per la classe regina è stata leggermente meno soporifera della media stagionale, ma nulla di che. Subito il colpo di scena alla prima curva dopo il via, che mi ha ricordato molto Valencia 2011, con Bautista intento a costruirsi una nuova carriera nel bowling, anche se per la fortuna di noi ducatisti questa volta lo spagnolo ha falciato "solo" Lorenzo e non tre Ducati come l'anno scorso. L'uscita di scena di Jorge da una bella mazzata alla speranza di vedere una bella lotta per il primo posto, perfino Stoner acciaccato dall'incidente in prova guida di conserva nella scia del suo compagno di squadra Pedrosa, aspetta che il minuto pilotino spagnolo si stanchi e poi lo infila e va a vincere, il tutto con un pathos degno di un documentario sui bradipi in letargo.
Nelle retrovie ci pensa Crutchlow a dare un po' di pepe alla corsa: danneggiato in partenza da un Barberà che scalpitava per prendere la scia di qualcuno da seguire come un pulcino segue mamma chioccia, il buon Cal rimonta, riprende il gruppetto delle Ducati che oramai sta diventando la terza classe della MotoGP: una via di mezzo tra i prototipi di Honda e Yamaha e le CRT. L'inglese pian piano li supera tutti e tre e se ne va per la sua strada, solitario e incazzato di aver perso il treno per giocarsi il terzo posto con il compagno di squadra Dovizioso e uno Spies che sembrava quasi essersi ripreso, ma ancora una volta dimostra che qualcosa proprio non va, ritrovandosi a lottare con il Dovi in sella alla versione più "limitata" della sua stessa moto, la Yamaha clienti del team Tech3, battaglia che all'ultimo giro perde: Andrea infatti vuole la sella di Ben e lo dimostra abbastanza chiaramente.
Nella seconda classe della MotoGP, il monomarca "Ducati Va-lentine", Hayden sputa sangue, va dritto alla chicane, recupera terreno, passa Barberà (che dentro il casco avrà sicuramente porconato perché voleva stare in scia a Valentino visto che la sua è una scia più prestigiosa), passa anche Valentino e si invola verso un sesto posto che gli vale la vittoria di classe e il rispetto di chi come me apprezza più il risultato mediocre di un pilota che sputa l'anima con quel che ha, piuttosto che il risultato mediocre del pilota che preferisce stare in piedi e lamentarsi di quello che non ha.
Il funambolo di Tavullia perde i pezzi, ma non in senso figurato: li perde sul serio, per fortuna sono solo i pezzi della gomma posteriore e non della Desmosedici, sta di fatto che la nuvoletta fantozziana sembra essere tornata su di lui, non è la prima volta che perde pezzi di gomma, anche in Yamaha con le Michelin gli era successa la stessa cosa, c'è da dire che questa volta non ha maledetto troppo il costruttore della gomma, tanto non cambiava poi molto: al massimo avrebbe lottato con Hayden e il perdente avrebbe dovuto tenersi il buon Barberà in scia.


Carlos Checa e la curva a lui dedicata
Sul fronte "derivate dalla serie" della Superbike di spettacolo ce n'è stato come al solito a badilate, con le due manche disputate nel circuito spagnolo di Aragon, che per l'occasione ha voluto dedicare una curva al buon Carlos Checa, il quale ringrazia, sorride alle telecamere e rimanda bestemmie e insulti vari a quando rimetterà il casco per salire in sella ad una Ducati con sei kilogrammi di zavorra che le fanno prendere 20 Km/h da tutti gli altri, del resto se non zavorrano le Ducati come fa a vincere Biaggi?
Le gare sono state splendide come sempre, ma rimane l'amaro in bocca pensando a quella zavorra che permette a tutti di sverniciare i nostri piloti sul dritto, senza gloria e senza onore, una penalizzazione assurda e grottesca perché se fosse giusta avrebbe livellato il presunto vantaggio delle bicilindriche di Borgo Panigale, non le avrebbe trasformate nell'equivalente di una CRT contro la MotoGP.
Ci sarebbero epiche battaglie, sorpassi cruenti, dritti in staccata e rimonte gloriose da raccontare a proposito della Superbike corsa ieri, ma l'ingiustizia di quella zavorra lascia troppo l'amaro in bocca, non solo ai nostri piloti, ma anche a noi tifosi e visto che il blog lo scrivo per me stesso, non m'interessa essere obbiettivo e super partes, quindi mi limito a segnalare un Chaz Davies che dopo una rimonta strepitosa in gara due, per poco non va a vincere con la sua Aprilia clienti del team Parkin Go, ma comunque arrivando terzo relega al quarto posto, appena giù dal podio, il porta colori designato di Aprilia Max Biaggi, che sfortunatamente non ha trovato il rettilineo giusto per poterlo sorpassare sul dritto.


Baci,
UsuL