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martedì 28 agosto 2012

Rea è reo di essere lento?

Rea nei box ai test di Brnò
(Credit crash.net)
Colgo come spunto di riflessione una piccola "discussione" nata su twitter tra Federico Aliverti, (vide direttore di Motociclismo) e alcuni appassionati che lo seguono.

Aliverti lancia la sua "provocazione": 

Per ora a Brno Rea su HRC è 5 sec(abbondanti) più lento di DP e 2 sec(scarsi) più lento di Capirex, che x gioco ha provato Honda di Bradl...

Questo era solo il calcio d'inizio, poi va avanti citando l'esempio di Simoncelli a Imola sulla Aprilia RSV4 gemella di quella di Biaggi, oltre a continuare a sottolineare, minuto dopo minuto, l'inadeguatezza del pilota inglese che viene dalla Superbike.

Io sinceramente non ci vedo nulla di strano nelle scarse prestazioni di Rea: a certi livelli ci professionismo sportivo è ovvio che ci sia una forte componente di "abitudine" al mezzo, penso che come vice direttore di Motociclismo Aliverti sappia molto meglio di noi comuni appassionati che una MotoGP e una Superbike hanno poco a che spartire, oltre ad essere simili visto che hanno entrambe due ruote, la carena e i semi manubri.

E' stato proprio un suo collega giornalista, Guido Meda che, in un appassionato e piacevolissimo articolo, ci ha ricordato che noi non possiamo criticare o giudicare i piloti della MotoGP, perché guidano mezzi così tecnologicamente e tecnicamente avanzati e complessi da renderli totalmente alieni rispetto alle moto che noi guidiamo tutti i giorni, e cosa sono alla fine dei conti le Superbike? Moto derivate da quelle che guidiamo tutti i giorni, molto più potenti, molto più complesse dal punto di vista elettronico, con gomme qualitativamente raffinate, ma pur sempre delle derivazioni dirette di quello che le case mettono in vendita.

Ecco quindi che se prendiamo in esame il fatto che Rea ha corso due manche del Mondiale Superbike, ha preso un aereo e poco più di 12 ore dopo era in sella ad uno di quei mostri, che come ci insegna Guido Meda, sono così alieni che noi non possiamo nemmeno immaginarlo, se ci aggiungiamo la "pressione psicologica" imposta da tutti quegli sguardi pronti a cogliere in fallo e sbeffeggiare il "pilota del campionato degli scarsi", ne esce un quadretto in cui il povero Johnny si ritrova su una moto complicatissima, con gomme diametralmente opposte a quelle a cui è abituato sulla sua CBR1000, con tanta di quell'elettronica che manco sa da dove cominciare, e il giornalista di turno che dalla sala stampa guarda i tempi e lo deride, citando poi Simoncelli a Imola, ma dimenticano Bayliss a Valencia, fresco di vittoria del Mondiale Superbike, sale in sella alla Desmo16 e vince dando un distacco valentiniano a tutti.

Di piloti che su una MotoGP non fanno gran belle figure ce ne sono parecchi, e spesso il motivo è che non fanno parte del Campionato: che sono dei sostituti e nulla più. Questo dovrebbe farci pensare al fatto che queste MotoGP, nella loro estrema difficoltà ingegneristica, hanno bisogno di piloti non solo di un certo livello, ma che anche partecipino allo sviluppo tecnico della moto per poterne capire le dinamiche e le reazioni poi in pista. Sono pochi i talenti in grado di arrivare, piazzare tempi mostruosi e andarsene. Nemmeno i campioni più o meno apprezzati di oggi, all'inizio della loro esperienza in MotoGP erano veloci o irreprensibili, vedi Lorenzo e Stoner, i loro "primo anno in sella ad una GP" erano più i "primo anno nell'erba dei circuiti della GP", ci sarà pure un motivo no?

Certi paragoni sono proprio inutili, non sarebbe meglio lasciare i piloti che facciano il loro lavoro e tenersi per se certe considerazioni e "analisi" del tutto superflue e insignificanti?

Oppure fa tutto parte di quella tendenza a sottolineare la superiorità della MotoGP sulla Superbike?

Perché sarebbe utile per qualcuno sottolinearla?

Non possiamo semplicemente guardare un campionato o entrambi, senza per forza star lì a volerli mettere a confronto?

Resta comunque il mio augurio a Johnny Rea perché si diverta e possa godere a pieno di quest'esperienza in MotoGP, anche se solo nei test per ora, tutto il resto sono chiacchiere da bar fatte da professionisti.

Baci,
UsuL.

P.S.: Si lo so, non ho citato Valentino Rossi, ma tant'è abituiamoci che si può parlare di Motociclismo anche senza parlare di Rossi.

6 commenti:

  1. Non riesce ad ottenere il podio nella gara del motomondiale, classe 500, a Donington Park solo perché, mentre era saldamente dietro a Luca Cadalora e Wayne Rainey, gli finisce la benzina. La gara a cui aveva partecipato grazie ad una wild-card lo vede chiudere quarto a motore spento.

    Chi è stato Frà?

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  2. da manuel tinatrella brusaporco

    e chili come wild card nel 95 anche lui su cagiva fece la stessa grande figura.

    è da quando a fine 94 ho letto che kenny roberts prima di lanciarsi nell'avventura kr3 si incontrò con i castiglioni per chieder loro di non ritirarsi dalla 500 e di affidare a lui la gestione in pista delle cagiva che mi chiedo cosa sarebbe finita se a gestire le cagiva fosse stato appunto un team SERIO.

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  3. manuel tintarella brusaporco


    perdona l'errore di battitura qui sopra.. :D

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    1. Figurati! Io ne faccio a bizzeffe!!! :D L'importante è il contenuto ed è una bella riflessione: Cagiva e Castiglioni, quante cose sarebbero state diverse se solo ... tante cose :D

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    2. MANUEL TINTARELLA BRUSAPORCO

      il problema dei castiglioni per conto mio fu l'overdose di passione che avevano.. fu questo a portarli contemporanemente a investire molto, a creare una buona moto e poi ad affidarla a piloti titolati ma anche ormai demotivati e incapponirsi a tenersi questi piloti in casa... penso a lucchinelli, haslam e mamola... probabilmente avessero affidato per tempo le moto a dei team veri e propri il risultato sarebbe stato un'altro.

      ma ti immagini le CAGIVA team ROBERTS??

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