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giovedì 2 agosto 2012

Giornalismo vs Internet? Parte Uno

Tipico esempio di nettare di luppolo :)
Questo è un Agosto magro di notizie, un po' triste per i tanti che come me non si possono permettere una vacanza e che chiusi in casa si sparano ore di diretta olimpica, appassionandosi a qualsiasi sport, pur di sopravvivere alla noia.


Ovviamente per notizie intendo quelle legate al motociclismo e, sempre ovviamente, quando parlo di notizie parlo di fatti, non di congetture come "Dove andrà Valentino? In Yamaha, no resta in Ducati, no si compra una Dune Buggy del '74 e gareggia alla Dakar" e via dicendo.


Sta di fatto che continuo pazientemente il mio presidio di tutti i social network possibili e immaginabili, alla ricerca dello spunto per poter fare le quattro chiacchiere da bar sport che sono alla base dell'esistenza di questo blog, e scavando tra i mille messaggi "olimpionici" su Twitter, in questi ultimi giorni ho notato una sempre più frequente tendenza da parte dei giornalisti più blasonati e importanti, ad attaccare, sminuire e alle volte insultare, tutto quello che riguarda la rete, i social network e in generale gli opinionisti da tavolino con birretta e salatini come me, non me in particolare, non mi si calcola nessuno di loro lo so bene, ma in generale l'atteggiamento di chi frequenta i social network e commenta il motociclismo e chi lo racconta.


C'è da dirsi che ci sono due fronti distinti di critica:


- La critica all'utente medio del social network che sparla e insulta.


- La critica agli opinionisti più o meno improvvisati senza tessera di giornalista.


Giusto perché sarebbe troppo lungo il mio intervento, ho deciso di dividerlo in due parti, in questa parlerò della prima categoria, l'utente medio che, sentendosi intoccabile e inarrivabile dietro il suo monitor, si permette di insultare e sparlare, concordo in parte con chi, come ad esempio Luca Budel, nei giorni scorsi il caporedattore motori di Sport Mediaset, si è lanciato in una critica feroce contro questo fenomeno, ma di per se non c'è nulla di nuovo e non mi pare il caso di scandalizzarsi più di tanto, il tutto non è così diverso dal passato, cambia solo l'ambientazione: una volta gli amici di contrapposte tifoserie, a prescindere dallo sport, insultavano il beniamino altrui al bar e lo fanno tutt'ora, ma con l'avvento di internet e dei social network, la cosa ha assunto un valore più grande, uscendo dalle porte del bar del passo e approdando ad un pubblico che in certi casi può anche essere molto vasto.


Vi faccio un esempio: io abito in un paesino delle montagne intorno a Trento, ogni tanto quando scendo al bar/pizzeria/ristorante/tabaccheria/giornalaio del paese per prendermi una pizza da portare a casa e quello è il mio "Bar Sport", (quando scrivo mi immagino ad uno dei loro tavolini).


Ieri sera con mia moglie siamo andati a mangiarci la pizza e c'erano due miei amici che lo frequentano molto più di me, li chiamerò Ninì e Cocò, giusto per la privacy.


Dovete sapere che Ninì è un appassionato tifoso di Valentino Rossi, ha un passato come commissario di pista, capelli brizzolati, taglio corto e vagamente militare e una BMW di quelle che se stai a guardare quanta roba c'è su, perdi la testa; Cocò ha in comune con Ninì solo i capelli brizzolati, ma ben più lunghi e ribelli, un passato di pilota per passione con tanto di apparizione come wild card in una gara di Superbike, guida una Honda CBR 1000 che però da un po' di tempo sta lasciando in garage a prendere polvere ed è un appassionato tifoso di Max Biaggi.
Loro due sono l'espressione massima e perfetta del dualismo italiano nel motociclismo: quelli pro Rossi e quelli pro Biaggi e se ami l'uno, odi l'altro, non c'è storia.
Ninì e Cocò sono sempre pronti a trascinarmi nelle loro discussioni su Rossi e Ducati, Superbike contro MotoGP, (dimenticavo che Ninì è pro MotoGP e Cocò è pro SBK, ma penso fosse scontato), e chi più ne ha più ne metta e così anche ieri sera: il punto della discussione era che secondo Cocò Rossi è bollito, deve andarsene fuori dalle balle etc etc, mentre ovviamente per Ninì Rossi è il fulcro dell'interesse per il motociclismo ed è sempre un campione, solo che guida una moto di merda come la Ducati, piuttosto è Biaggi che deve ritirarsi, che alla sua età dovrebbe solo che ringraziare il cielo di poter ancora vincere qualcosa anche se solo nella Superbike.


Ora vi state immaginando la scena?


Ecco, in internet succederebbe, e di fatto succede tutti i giorni, la stessa cosa, con insulti a Rossi, alla Ducati, a Biaggi e cambiando sport ultimamente vanno di moda gli insulti alla Pellegrini, ma chissà perché ci sono personaggi come Budel che si scandalizzano.
Ce lo vedete il direttore motori di Sport Mediaset che gira tutti i bar d'Italia a tirare le orecchie a chiunque vada fuori dalle righe nel criticare Rossi, Biaggi, Ducati o chiunque altro?


Quelli che si divertono in internet a stuzzicare, insultare o semplicemente provocare una reazione, ci sono da sempre, hanno anche un nome: Troll. Vedere personaggi del giornalismo che dovrebbero avere una maggiore sensibilità e autocontrollo, scagliarsi contro i mulini a vento, è abbastanza ilare, almeno per me. Si mulini a vento, perché l'unico modo per controbattere quel tipo di frequentatori dei social network è di ignorarli, del tutto e completamente: se non ottengono una reazione non si divertono e per reazione intendo qualsiasi reazione, anche "bloccarli" di modo da non ricevere i loro messaggi, c'è chi nella sua descrizione del profilo di Twitter mette addirittura con orgoglio i nomi dei personaggi "famosi" che l'hanno bloccato, è questo che vogliono, attenzione, se li si ignora spariscono magari con un acuto finale di insulti e altre amenità, come quando si tira lo sciacquone: un bel rumore forte e tutto sparisce.


Ma le mie considerazioni non si fermano qui, tra poco anche la seconda parte: Giornalisti vs Blogger.


Baci,
UsuL

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