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lunedì 9 aprile 2012

Impressioni a caldo della prima domenica di gare in motoGP

Lascio da parte la questione Ducati-Rossi, almeno per ora, piuttosto voglio parlare del debutto della nuova classe, la Moto3, sostituto di quella 125 diventata forse anacronistica per ragioni di mercato, ma che sinceramente non trovo poi così "vicina" alla realtà dello stesso mercato motociclistico.
Sta di fatto comunque che mi è piaciuta, la bagarre era del tutto simile a quella della 125 dei bei tempi, forse ancora di più visto che, a quanto dicono, le Moto3 sono più facili da guidare per la diversa erogazione della potenza. C'è anche da dire che la splendida prova del debuttante Fenati ha influito sul piacere di guardare la gara, il giovane Romano ha dimostrato nervi saldi e molta lucidità, diventando di diritto la prossima promessa italiana, sperando che la carriera non gli venga poi affossata da logiche di sponsor com'è stato con tanti grandi piloti italiani che non hanno trovato spazio nel gotha di questo sport, forse per l'ingombrante presenza di un Rossi campionissimo, croce di ogni italiano che si trovi a doverlo affrontare. Se tutto va bene per Fenati, Rossi non correrà più, se e quando lui arriverà ai vertici.
La Moto2 è stata una sofferenza unica, con il cuore che sobbalzava continuamente per i combattimenti coltello tra i denti che vedevano Iannone lottare contro la sua stessa moto, troppo, troppo lenta in accelerazione, arrivato secondo proprio per aver perso la volata decisiva, ma che ha dimostrato giro dopo giro quel cuore grande di chi sa trovare nella guida un rimedio alle carenze della propria moto. Sono sicuro che riusciranno a sopperire ai problemi visti oggi a Losail e che prossimamente Ianno lotterà ancora per il gradino più alto del podio, pronto più che mai a puntare a un titolo mondiale che, se solo in passato fosse stato più costante, già sarebbe suo.
La MotoGP, che nota dolente, è indubbio che ci sia stato un po' più di spettacolo rispetto a quelle gare soporifere viste nel 2011, ma rimane veramente troppo una questione di decimi presi o persi, gruppi sparsi, limiti incredibili alla possibilità di scalare posti in classifica: perdere il treno di un gruppo significa non rivederlo più, alla fine la gara diventa un collage di gruppetti formati da due o tre moto, separati da decine di secondi gli uni dagli altri e anche da un punto televisivo diventa un incubo da seguire: in più di un'occasione sono stato più concentrato sulla grafica della classifica che sulle immagini della gara di per se stessa, per poter capire come e cosa succedeva a Hayden nel gruppetto della metà classifica.
CRT? Sembra veramente che non ci siamo, direi che è una formula inutile, fatta per vedere tante moto in gara, ma a che prezzo? Che un terzo abbondante di quelle moto non gareggia nella stessa gara, son lì, navigano a decine di secondi di distacco delle MotoGP "vere", sembra un po' le amiche più sfigate che le ragazzine si portano dietro alle feste per risultare più belle nel contrasto.

Sarà il mio innato istinto agonistico, ma a che pro scendere in gara con una categoria inferiore?


In sintesi le categorie "minori" regalano più emozioni della classe regina, questa MotoGP è così sofisticata e al limite della tecnologia, che basta un'inezia per ritrovarsi a 10, 15 o anche 20 secondi dal capolista e tutto questo va a discapito dello spettacolo che invece dovrebbe esserne il punto focale.

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