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martedì 3 aprile 2012

Genesi di un Mito?

Devo ammetterlo, dopo la vittoria in gara due a Imola di Carlos Checa un pensiero fisso ha scalzato anche la gioia della doppietta: guardando le immagini di Checa che festeggia stavo assistendo alla nascita del prossimo uomo-Ducati?
La terza generazione tra i piloti più amati dai ducatisti sembra essere proprio lui, lo spagnolo che nel team Althea ha ritrovato la gioia di vincere, che a quasi quarant'anni ha assaporato il suo primo titolo mondiale che forse, ma dico solo forse, per molti vale più di tutti quelli di Rossi messi insieme.
Di piloti che in Ducati hanno vinto, sofferto o che ci hanno emozionato nell'una e nell'altra sorte, ce ne sono stati molti, ma è indubbio che pochi hanno resistito e hanno colpito il cuore degli appassionati della "Rossa", di certo tra di loro ci sono Giancarlo Falappa e Troy Bayliss, miti toccabili, che puoi incrociare nei paddock del mondiale superbike, (accessibili al pubblico e non blindati come quelli della MotoGP), con i quali puoi scambiare due chiacchiere, ridere e scherzare, ma si sta lentamente e inesorabilmente creando un altro di questi miti.
Che Checa sia una persona squisita si sapeva già, l'ho "toccato con mano", (non fraintendetemi: non  in quel senso, maliziosi), già l'anno scorso a Monza e già in quell'occasione ho avuto modo di notare e sorridere della differenza tra il leader della classifica mondiale e i suoi due colleghi arrivati dalla MotoGP: le transenne per tener lontani i tifosi, che stranamente lui non aveva, ma gli altri si.
Carlos entrando nei box per mettersi in sella alla sua moto e prendere parte a gara due, ha trovato i suoi tifosi ad aspettarlo e non ha rifiutato gli abbracci, qualche foto e gli incitamenti anche a pacche sulle spalle. Sono piccoli gesti, atteggiamenti che fanno la differenza tra un campione e un simbolo, perché nessuno mette in dubbio che piloti come Max Biaggi o Marco Melandri non siano dei campioni, dei fuori classe che lasceranno un segno indelebile nella storia del motociclismo, ma l'umanità, l'umiltà e la disponibilità a dare se stesso a chi intorno a lui vuole solo condividere la gioia delle sue vittorie, beh quella è tutta un'altra storia ed è quello che trasforma un campione in un simbolo.
Quante volte infatti avete visto Biaggi esultare con ogni singolo commissario di pista dopo una vittoria?
Penso che Carlos sarà l'erede di Troy per le nuove generazioni, sarà il volto a cui penseremo ogni volta che verrà nominata una Ducati, non me ne voglia Valentino Rossi.

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