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martedì 17 luglio 2012

Twitter: Fight Club a 140 caratteri



Un logo di Twitter
Questa mattina, sorseggiando il primo caffè della giornata, mi sono dilettato a leggere la sfida a suon di battute in 140 caratteri tra Misterhelmet e Federico Aliverti, rispettivamente noto blogger e quant'altro e il vicedirettore della rivista Motociclismo, che ad essere sinceri continua tutt'ora mentre sto scrivendo questo intervento.


Il punto della singolar tenzone su Twitter non è poi così importante e visto che non è di quello che voglio parlare, sorvolo su argomenti e ragioni dell'uno e dell'altro, per dirla tutta chi abbia stuzzicato chi e quale dei due abbia ragione non ha molta importanza, il punto che volevo approfondire è quello più generico della pubblicità nell'informazione.

Che le riviste su carta stampata vivano delle inserzioni pubblicitarie, è cosa nota e scontata, non penso che i quattro gatti che mi leggono, credano ancora che un giornale possa reggersi sui ricavi della vendita in edicola, ma da qui a ipotizzare che un giornale sia più o meno "venduto", ne passa.

Personalmente ho avuto a che fare con situazioni simili in passato, per un certo periodo ho curato le pubbliche relazioni, la pubblicità e l'immagine di una nota azienda estera, ma di un settore diverso da quello del motociclismo e so, almeno per quanto riguarda quel settore, fin dove uno che fa quel lavoro può spingersi con i giornali che trattano l'argomento.
La recensione positiva di un prodotto negativo è impossibile, ci ho provato, per cui posso tranquillamente dirvi che la rivista mantiene un minimo di imparzialità, anche se le sventoli di fronte un contratto pubblicitario a lungo termine con guadagni notevoli e nel mio caso parliamo di prodotti non potenzialmente mortali o comunque molto costosi come una motocicletta.
Certo, un prodotto senza gloria o infamia, può diventare un "Prodotto interessante anche se di nicchia", che tradotto vuol dire: "Lo compra solo un fesso, ma quel fesso sarà un compratore di nicchia contento", e se il numero di inserzioni pubblicitarie è ingente, ma previo controllo da parte del giornalista, mi è capitato di scrivere io stesso la recensione del prodotto della mia azienda, salvo poi vedere la recensione firmata da uno dei giornalisti della rivista.

Sta di fatto che la pubblicità è a tutti gli effetti l'anima del commercio, soprattutto ora che di soldi ce ne sono veramente pochi, che la gente sta sempre più eliminando il superfluo e che comprare una rivista in edicola sta diventando sempre di più anacronistico e cade inesorabilmente in disgrazia: internet e l'informazione pressoché immediata stanno condannando le riviste ad un futuro sempre meno brillante.

A questo punto è lecito chiedersi se e come le inserzioni pubblicitarie influiscono nelle scelte di redazioni più o meno importanti, ma lo stesso dicasi delle scelte di piccoli siti d'informazione "alternativa", che magari non hanno bisogno o comunque scelgono di non vendere spazi pubblicitari direttamente, ma che essendo scritti da persone come voi e me, risentono lo stesso di influenze più o meno importanti di diverso tipo, dalla simpatia o meno per un prodotto da recensire, così come dalla linea adottata come taglio redazionale, che spesso porta chi scrive a trincerarsi dietro un'idea o un giudizio di base che influenzerà poi tutte le scelte future.

Giornali marchettari e blogger banneristi?

Alla fine della storia rimane sempre un comune senso della logica a mettere ordine in tutto: chi legge un giornale per farsi un'idea di un prodotto, sia esso una moto o un trattore, di sicuro non si limiterà ad una visione sola, ma leggerà altri giornali per farsi un'idea più completa e se anche un editore ha "venduto" la sua recensione di un prodotto, ce ne saranno altri due o tre che non l'hanno fatto e le magagne salteranno fuori di sicuro, in un modo o nell'altro.
Così come il blog di turno: nessuno prende come oro colato le parole di un solo blogger, anche se famoso e rispettato come Misterhelmet: le confronterà con altre versioni della stessa storia, scritte da altri blogger, forse meno famosi, ma ugualmente appassionati.

Il consumatore di oggi, anche e soprattutto perché non ha più tanti soldi da buttare, è un po' un falegname coscienzioso: misura due volte, taglia una.

Quindi tutta la giornata in cui Twitter è stato condito da colpi di fioretto tra i due "big", della carta stampata uno e del web l'altro, è stata veramente interessante e divertente, ma forse entrambi non hanno capito che la gente comune, come me, non decreterà un vincitore e uno sconfitto, si limiterà a godersi lo spettacolo come gli avventori di un bar che assistono ad una rissa, non importa chi vince e chi ha ragione tra i due contendenti: stanno semplicemente offrendo uno spettacolo gratuito e quando sarà finito, non rimarrà traccia del perché hanno combattuto e di chi fosse le ragione.

Sta di fatto che mi sono divertito a leggerli ... a quando il prossimo round? :)

Baci,
UsuL

P.S.: Il primo che ha pensato: "Se vuoi un giornale che parli sia di moto che di trattori basta che compri Mondo Ducati", vince un abbonamento a vita al fan club di Valentino Rossi.

6 commenti:

  1. Non è andata come dici.
    Scritta come l'hai scritta tu, Misterhelmet è impazzito e ha iniziato a dare del marchettaro a un altro. Invece non è così che è andata, è stato quasi il contrario. Visto che mi sono goduta lo spettacolo come hai fatto tu ;-)

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  2. Infatti l'ho scritto che era Aliverti a stuzzicare Misterhelmet ... ;)

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  3. Una domanda: ma i giornali e le riviste non vivono soprattutto grazie ai finanziamenti statali che si ostinano a non togliere?
    E trovo singolare che una realtà così piccola come quella di Misterhelmet dia così fastidio: perché?
    non credo per quanto pubblico attrae,
    forse per quello che dice...
    Saluti
    Giangiotheglide

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  4. Non tutte le riviste vivono di finanziamenti statali, per molte riviste il grosso degli introiti è ancora la pubblicità.

    Comunque ho eliminato dal mio post tutto quello che riguardava chi cosa come e perché della discussione tra i due, non era di quello che volevo parlare, voleva solo essere uno spunto riflessivo per me stesso, non una news da riferire. ;)

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  5. ci dimentichiamo di una differenza sostanziale.
    i giornalisti sono dei professionisti dell'informazione.
    i blogger... sono blogger. che aspirano (anche se non lo confesseranno mai) ad essere giornalisti.

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