Pagine

lunedì 2 luglio 2012

Zavorre e gomme difettose

I crateri lunari sulla gomma posteriore di Valentino Rossi
Questo week end denso di gare, tra la MotoGP ad Assen sabato e la Superbike ad Aragon domenica, si è tinto di tutti i colori dell'arcobaleno, tranne che del rosso Ducati.


Andiamo con ordine: MotoGP, come da tradizione si è corso il sabato ad Assen, la ex Università delle due ruote che dopo le modifiche sembra sempre più un ginnasio a dire il vero, la gara in generale per la classe regina è stata leggermente meno soporifera della media stagionale, ma nulla di che. Subito il colpo di scena alla prima curva dopo il via, che mi ha ricordato molto Valencia 2011, con Bautista intento a costruirsi una nuova carriera nel bowling, anche se per la fortuna di noi ducatisti questa volta lo spagnolo ha falciato "solo" Lorenzo e non tre Ducati come l'anno scorso. L'uscita di scena di Jorge da una bella mazzata alla speranza di vedere una bella lotta per il primo posto, perfino Stoner acciaccato dall'incidente in prova guida di conserva nella scia del suo compagno di squadra Pedrosa, aspetta che il minuto pilotino spagnolo si stanchi e poi lo infila e va a vincere, il tutto con un pathos degno di un documentario sui bradipi in letargo.
Nelle retrovie ci pensa Crutchlow a dare un po' di pepe alla corsa: danneggiato in partenza da un Barberà che scalpitava per prendere la scia di qualcuno da seguire come un pulcino segue mamma chioccia, il buon Cal rimonta, riprende il gruppetto delle Ducati che oramai sta diventando la terza classe della MotoGP: una via di mezzo tra i prototipi di Honda e Yamaha e le CRT. L'inglese pian piano li supera tutti e tre e se ne va per la sua strada, solitario e incazzato di aver perso il treno per giocarsi il terzo posto con il compagno di squadra Dovizioso e uno Spies che sembrava quasi essersi ripreso, ma ancora una volta dimostra che qualcosa proprio non va, ritrovandosi a lottare con il Dovi in sella alla versione più "limitata" della sua stessa moto, la Yamaha clienti del team Tech3, battaglia che all'ultimo giro perde: Andrea infatti vuole la sella di Ben e lo dimostra abbastanza chiaramente.
Nella seconda classe della MotoGP, il monomarca "Ducati Va-lentine", Hayden sputa sangue, va dritto alla chicane, recupera terreno, passa Barberà (che dentro il casco avrà sicuramente porconato perché voleva stare in scia a Valentino visto che la sua è una scia più prestigiosa), passa anche Valentino e si invola verso un sesto posto che gli vale la vittoria di classe e il rispetto di chi come me apprezza più il risultato mediocre di un pilota che sputa l'anima con quel che ha, piuttosto che il risultato mediocre del pilota che preferisce stare in piedi e lamentarsi di quello che non ha.
Il funambolo di Tavullia perde i pezzi, ma non in senso figurato: li perde sul serio, per fortuna sono solo i pezzi della gomma posteriore e non della Desmosedici, sta di fatto che la nuvoletta fantozziana sembra essere tornata su di lui, non è la prima volta che perde pezzi di gomma, anche in Yamaha con le Michelin gli era successa la stessa cosa, c'è da dire che questa volta non ha maledetto troppo il costruttore della gomma, tanto non cambiava poi molto: al massimo avrebbe lottato con Hayden e il perdente avrebbe dovuto tenersi il buon Barberà in scia.


Carlos Checa e la curva a lui dedicata
Sul fronte "derivate dalla serie" della Superbike di spettacolo ce n'è stato come al solito a badilate, con le due manche disputate nel circuito spagnolo di Aragon, che per l'occasione ha voluto dedicare una curva al buon Carlos Checa, il quale ringrazia, sorride alle telecamere e rimanda bestemmie e insulti vari a quando rimetterà il casco per salire in sella ad una Ducati con sei kilogrammi di zavorra che le fanno prendere 20 Km/h da tutti gli altri, del resto se non zavorrano le Ducati come fa a vincere Biaggi?
Le gare sono state splendide come sempre, ma rimane l'amaro in bocca pensando a quella zavorra che permette a tutti di sverniciare i nostri piloti sul dritto, senza gloria e senza onore, una penalizzazione assurda e grottesca perché se fosse giusta avrebbe livellato il presunto vantaggio delle bicilindriche di Borgo Panigale, non le avrebbe trasformate nell'equivalente di una CRT contro la MotoGP.
Ci sarebbero epiche battaglie, sorpassi cruenti, dritti in staccata e rimonte gloriose da raccontare a proposito della Superbike corsa ieri, ma l'ingiustizia di quella zavorra lascia troppo l'amaro in bocca, non solo ai nostri piloti, ma anche a noi tifosi e visto che il blog lo scrivo per me stesso, non m'interessa essere obbiettivo e super partes, quindi mi limito a segnalare un Chaz Davies che dopo una rimonta strepitosa in gara due, per poco non va a vincere con la sua Aprilia clienti del team Parkin Go, ma comunque arrivando terzo relega al quarto posto, appena giù dal podio, il porta colori designato di Aprilia Max Biaggi, che sfortunatamente non ha trovato il rettilineo giusto per poterlo sorpassare sul dritto.


Baci,
UsuL

Nessun commento:

Posta un commento