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martedì 10 luglio 2012

Tutto cambia, senza che nulla sia cambiato

Vale approfitta delle posizioni di retrovia in griglia
 per valutare su quale moto vuole andare nel 2012.
Per quelli che come voi e me, questo caleidoscopico mondo del motociclismo lo vivono dall'esterno, ogni giorno c'è una notizia bomba che fa saltare sulla sedia, che infiamma gli animi dei tifosi e confonde le idee dei giornalisti meno navigati.
E' il caso di questo periodo di marcato dei piloti, un balletto senza un'apparente fine, che impegna i manager nelle stanze chiuse di chi decide del futuro di questo pazzo mondo di motociclisti. E loro decidono con la testa, cifre alla mano, statistiche e rapporti di forza tra possibili compagni di squadra, non con la cieca e vana passione che anima noi tifosi.

Stoner li ha sconvolti tutti, ha rimescolato in anticipo le carte, un po' come un sub burlone che tira un colpo di pinna vicino al fondale smuovendolo e rendendo l'acqua torbida e imperscrutabile: ora tocca agli altri, uno per uno, decidere dove andare e cosa fare, non tanto ai piloti, quanto ai loro manager e ai team; uno dopo l'altro si stanno accasando, ma il nodo centrale da sciogliere è quello di Valentino Rossi, come sempre.

Siamo sicuri però che il fenomeno di Tavullia abbia veramente una scelta?

Le scelte possibili sono sempre le solite, grazie ad una MotoGP sempre più lanciata verso il monomarca Honda come in Moto3:

- Honda ufficiale

Il team Repsol un sedile l'ha già assegnato al designato futuro vincitore della Moto2: Marquez. Scommessa simile a quella fatta con Pedrosa qualche anno fa, il buon Dani non ha coronato le aspettative, riuscirà il giovane Marquez, che per la verità è più simile a Lorenzo che a Pedrosa, a soddisfarle?
Di sicuro un compagno di squadra come Valentino Rossi sarebbe per certi versi una manna dal cielo a prima vista, ma non dimentichiamoci l'immediata rivalità con Lorenzo quando arrivò nel box affianco al suo: alzarono perfino un muro nel box per non svelare al Majorchino i segreti del più blasonato compagno di team. Chi ci dice che se approdasse alla Honda non farebbe lo stesso? Del resto la casa giapponese che è sostanzialmente padrona della MotoGP, di sicuro vuole per Marquez un compagno che sia più una specie di mentore che un rivale, si sa che quando decidono un ordine di scuderia, cascasse il mondo si deve rispettare e se lo ricorda bene Hayden che quasi perse un mondiale per la miopia nipponica che voleva Pedrosa vincente anche se non c'erano speranze concrete.
Rossi sarebbe quindi uno scomodo compagno di box: non farebbe di certo il maestro sottomesso, ingaggiato solo per portare alla vittoria il nuovo talento designato, quindi per lui non credo ci sia posto.

- Honda clienti

Alcuni avevano ventilato la possibilità che Valentino andasse ad approdare al team Gresini, al posto di Alvaro Bautista, un po' per questioni di sponsor, (team italiano con sponsor italiano e pilota italiano sarebbe perfetto sulla carta), un po' perché avendo fatto il mio stesso ragionamento di cui sopra, lo spazio nel team ufficiale non ci sarebbe proprio, ma siamo sicuri che Valentino Rossi si accontenterebbe di una Honda clienti e quindi inferiore a quella ufficiale?
Provate a immaginare Valentino Rossi che dopo due anni a navigare nelle retrovie con una Ducati che non è stato in grado di guidare nel modo giusto, si ritrova su una Honda sempre un passo indietro nello sviluppo in confronto a quella guidata da Marquez e Pedrosa, (ammesso che Dani venga confermato). Ci metterebbero poco i giornalisti più critici nei suoi confronti a dire che se arriva dietro all'esordiente Marquez vuol dire che è finito e che è arrivata l'ora del suo ritiro. Valentino questo scenario l'ha valutato di sicuro: è uno che fa della comunicazione e dell'immagine il suo più grande pregio al di fuori della pista, quindi di sicuro ha scartato l'idea.
Così come avrebbe scartato l'idea di un suo accasamento in un team satellite, che fosse Gresini piuttosto che Cecchinello, ma con moto ufficiale: sarebbe un po' come prendere il posto dell'amico Simoncelli e sicuramente al di là delle spietate logiche di uno sport come il motociclismo, salire su quella moto lo metterebbe istantaneamente in competizione con i fantasmi di un passato troppo vicino e ancora troppo doloroso, senza contare che in tempo di crisi economica, dubito che Honda abbia le risorse per una terza moto ufficiale.

- Yamaha ufficiale

Per quanto Jorge Lorenzo abbia pubblicamente detto di non aver messo nessun veto al ritorno di Valentino nel suo stesso box, in questo caso sarebbero i rapporti di forza tra i due piloti ad essere cambiati radicalmente: ora è Lorenzo l'uomo Yamaha.
Valentino non troverebbe un team che lavora per lui in primis e occasionalmente se capita e se è possibile per Lorenzo e questo è inaccettabile per Rossi, il quale ovviamente pretende di essere il pilota di punta in un team, oltre ad essere allergico all'autorità e avere un team manager che a differenza del passato e del presente, gli da degli ordini, è una situazione inaccettabile.
Quindi anche la Yamaha ufficiale è fuori discussione: non ha bisogno di un leader perché ce l'ha già e non ha bisogno di rinnovare il suo smalto come fu in passato perché è già la moto più concreta e competitiva del circus.

- Yamaha clienti

Basta vedere le prestazioni delle due Yamaha Tech3 per capire che Valentino non ci salirebbe mai: sono inferiori. Lo dimostra il fatto che un pilota esperto e per nulla lento come Andrea Dovizioso, fatica a rimanere a contatto con i migliori, anzi proprio non ci riesce. Al massimo se la gioca con la seconda Yamaha ufficiale di Spies, ma solo perché quest'anno, per motivi che sono ancora oscuri, il talento americano proprio non ingrana, ma il distacco da Lorenzo è sempre pesante alla fine della gara, non ostante il fatto che Dovizioso abbia le carte in regola per stare a contatto con Jorge, se solo avesse un mezzo che glielo consentisse.
Quindi Valentino di andare nel team satellite della moto che un tempo fu la SUA moto, che ha contribuito a sviluppare e far vincere, solo per lottare per il quarto posto, senza possibilità di farlo per il primo, sicuramente è un'altra di quelle situazioni inaccettabili per lui.

- Ducati

Alla fine di tutto il discorso torniamo a Borgo Panigale. Valentino non ama la Ducati, la ritiene un progetto sbagliato in partenza, la cambierebbe subito radicalmente per fare una moto simile ad una Honda o a una Yamaha e il fatto che la nuova proprietà potrebbe accontentarlo, spaventa tutti coloro che invece amano Ducati proprio perché si discosta dalle moto giapponesi, proprio perché non ha bisogno di copiarle per vincere, se c'è l'uomo adatto in sella.
Valentino comunque con una Ducati che sia una Ducati non potrà mai vincere, ma nemmeno ben figurare: è una moto che chiede un tipo di guida che lui non può adottare, non è nel suo stile, non è nelle sue caratteristiche e per quanto si possa criticare l'uomo, dobbiamo ammettere che guidare quei missili da trecento e rotti chilometri orari è tutt'altro che facile e se non ci si sente a proprio agio è normale chiudere il gas e pensare a portare a casa la pelle.
Sta di fatto però, che se anche l'AUDI volesse portare avanti il progetto di una Ducati dal carattere distintivo e per niente standardizzato, allora Valentino saprebbe già che la prossima stagione la correrebbe in bagarre con Barberà in scia, lottando per il sesto o settimo posto, pioggia e/o cadute degli avversari a parte.

Fino a quando Rossi non prenderà una decisione, penso proprio che tutto il resto del mercato rimarrà fermo, con Dovizioso che spinge per soffiare il sellino a Spies, quest'ultimo che vorrà una moto competitiva anche l'anno prossimo per poter riscattare una stagione che fino ad oggi ha riservato tanta amarezza, con Cal Crutchlow che sembra avvicinarsi sempre di più alla seconda guida del team Ducati ufficiale, ora occupata dal coriaceo, ma poco prestazionale Hayden che potrebbe accettare l'offerta di Ducati per correre sulla nuova Panigale nel Campionato Superbike la prossima stagione, oppure prendere il posto di Dovizioso o Crutchlow su una Yamaha, più inverosimile, ma altrettanto probabile anche il ritorno alla Honda per essere uno scudiero con esperienza, ma senza velleità di vittoria al fianco di Marquez.
Senza contare tutti quelli che arriveranno o che vorrebbero arrivare dalla Moto2, ma che evitano come il colera un ingaggio su una CRT: pronti ai nastri di partenza, con le valigie pronte oltre a Marquez ci sono Bradley Smith e il nostro Iannone, ma anche il veterano De Angelis, il fratello d'arte Pol Espargarò e chi più ne ha più ne metta, i piloti sono tanti, ma le moto sono poche.
Insomma un intricato incrociarsi di destini possibili e/o probabili che dipendono tutti l'uno dall'altro, legati tra loro in attesa che qualcuno prenda il capo del filo e sciolga il nodo che li tiene tutti fermi lì dove sono, un po' come un domino fatto di piloti.

Quindi aspettiamo le decisioni di Rossi, che saranno seguite da quelle di Honda e infine Yamaha, chi pescherà il cerino corto finirà sulla sella di una Ducati, sempre che AUDI non ne faccia una perfetta moto giapponese per mettere Rossi in condizione di finire la sua carriera in MotoGP da vincitore.

Baci,
UsuL

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