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mercoledì 18 luglio 2012

Gli animi caldi si scaldano ancor di più

I piloti Ducati, sorridenti come li vorrei sempre vedere
Sarà che sono un bonaccione che cerca di vedere sempre il lato buono delle cose e delle persone, sarà che mi sento ancora un appassionato di moto all'antica (non dico pane e salame se no Meda poi sbuffa) e quindi parto dal presupposto che siamo tutti "fratelli" in sella, ma questo clima di contrapposizione, di "odio", di continua sfida e scontro, vuoi che sia tra tifosi, vuoi tra giornalisti, inizia un po' a preoccuparmi.


Certo, per quanto bonaccione non sono del tutto stupido e so che, con l'allargamento del pubblico che segue il motociclismo, è ovvio che qualche testa calda simil ultras di calcio prima o poi doveva arrivare, ma quello che proprio non capisco è perché i giornalisti sentono il bisogno di alimentare e qualche volta creare ad hoc polemiche infinite, mettendo zizzania dovunque possono, con il risultato che chi sente meno il retaggio del vecchio appassionato come me, finisce per vedere tutto come se fosse una sfida d'onore, come se andare a fare polemiche qui e la nella rete, sia la cosa giusta da fare per sostenere il proprio pilota o la propria marca.


Già l'avvento di chi non è motociclista tra le fila di chi segue la MotoGP ha segnato una linea di confine che abbiamo varcato, e dalla quale difficilmente potremo tornare indietro, in cui giustamente tutti si sentono di dire la loro opinione, di criticare e giudicare, anche se non sanno minimamente cosa vuol dire andare in moto, cosa vuol dire andare in una pista.
Sinceramente a prima vista non è un male, perché più pubblico vuol dire più sponsor, più sponsor vuol dire maggiori fondi per i team e di conseguenza un aumento della competitività, almeno sulla carta, ma vuol dire anche che stiamo vedendo ogni giorno di più, l'arrivo di personaggi che s'infervorano, insultano, cercano in tutti i modi di convincerti che hanno ragione loro e che te non hai capito nulla e questo francamente è fastidioso.


Non che io sia un esperto, anzi sono il primo ad ammettere che come motociclista sono un cancello, che non ho nessuna formazione tecnica e non sono neppure un giornalista, ma mi piace dire la mia, il più possibile con rispetto ed educazione. Se trovo uno di questi personaggi di solito per un po' cerco di spiegare le mie ragioni, facendogli capire il mio punto di vista, spesso senza contraddirlo, perché ci possono essere modi diversi di interpretare il mondo che ci circonda e non sempre, anzi quasi mai, c'è un modo giusto e uno sbagliato. Purtroppo però con certe persone non si ragiona proprio.


E così mi ritrovo a leggere ogni giorno, sempre più polemiche sterili e che lasciano il tempo che trovano, da chi dice che Valentino è un pilota finito, a chi dice che Ducati è una moto di merda, da chi monta l'ennesima polemica prendendo spunto dalla spallata di Stoner, a chi ne approfitta per innescare una polemica sul fatto che le spallate sono giuste se date da uno e sbagliate se da un altro e via così.


Noi tifosi facciamo tanta fatica a rispettare le opinioni altrui anche se non le condividiamo?
Loro giornalisti riescono parlare di motociclismo e non di scandaletti e ripicche?


In questo clima di caccia alle streghe, in cui i risultati sportivi e i gesti atletici dei piloti non contano più nulla, in questo mondo del motociclismo che sta diventando sempre più basato sul gossip piuttosto che sullo sport, la mia unica preoccupazione è cosa succederà quando Mediaset approderà alla Superbike.
Tra i piloti della SBK le spallate sono all'ordine del giorno, alle volte volano anche ceffoni nei box tanto si scaldano gli animi, ma per fortuna i tifosi hanno ancora i piedi per terra e ci si rispetta a prescindere dal colore della marca o dal numero del pilota.

Saranno in grado di trasmettere e commentare le gare senza cadere anche lì nel tranello della via più semplice per fare audience e cioè la polemica e lo scandalo di turno?


Lo spero ardentemente, perché se no poi ci verrà a mancare anche l'unico campionato appassionante e spettacolare che c'era rimasto, dopo che Honda ha colonizzato e monopolizzato 125 e 250 per i suoi scopi commerciali e ridotto la MotoGP ad un affare per pochi intimi dove se non hai decine di milioni di euro non puoi nemmeno pensare di competere.

Ci rimane solo la Superbike e spero che riesca a sopravvivere a quel giornalismo che troppo spesso vive delle polemiche del dopo gara e che sta rovinando lo sport del motociclismo, creando un pubblico di ultras da stadio, piuttosto che di motociclisti sempre pronti alla piega, sia essa del ginocchio in terra o del gomito per la birra.



Faccio per primo il fioretto di essere meno acido e polemico d'ora in poi, spero di non rimanere solo in quest'intento, voi che mi leggete cercherete di seguirmi in questa crociata contro l'informazione spazzatura nel motociclismo?


Se solo noi gente comune smettessimo di andare dietro alle polemiche, probabilmente i giornalisti capirebbero che nel farle hanno più da perdere che da guadagnare.


Baci,
UsuL

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