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lunedì 14 maggio 2012

Superbike vs MotoGP la guerra dei tifosi

L'ultima gara di Superbike a Donnigton Park di ieri, ha riacceso prepotentemente le polemiche a distanza tra i supporter del campionato delle derivate dalla serie e quelli della classe regina, la MotoGP.


Lo spettacolo messo in scena dai cinque piloti che si sono dati battaglia e che hanno offerto due gare da infarto, unito forse anche alla notizia che Mediaset abbandona la trasmissione della MotoGP a favore della Superbike nel 2013, ha scatenato valanghe di messaggi on line tra i tifosi dei due campionati e l'attuale team di Mediaset per la MotoGP, in particolar modo Guido Meda e Paolo Beltramo, che si son trovati sommersi dai tweet, più o meno educati, di chi gli faceva notare che quelle di ieri sono le gare che vogliamo vedere, non la rincorsa a distanza misurata esclusivamente dal cronometro che loro si ritrovano a commentare per la MotoGP.


Devo essere sincero: questa "lotta" fratricida tra campionati di motociclismo non mi piace, mi ricorda troppo le dispute calcistiche, le tifoserie becere e ignoranti che sostengono questo o quel calciatore, piuttosto che questa o quella squadra, a prescindere dallo sport, a prescindere dall'impegno dei diretti interessati, solo per potersi scontrare, solo per poter dire "Ho ragione io!", e questo modo "a testa bassa" di tifare per la Superbike piuttosto che per la MotoGP o viceversa, nei messaggi di ieri era comune sia al normale tifoso/spettatore come me, sia però ai giornalisti sportivi che dovrebbero essere molto più obbiettivi di quello che ho visto.


Vi faccio un esempio, questa mattina leggendo gli "strascichi" di questa semi polemica, mi sono imbattuto su di un tweet di Alberto Porta: "Divertentissima Superbike. I "motoscontri" però sono figli di errori e di guida imprecisa...".
In due gare disputate ieri, ci sono stati tre episodi di rilievo classificabili come "motoscontri": la sportellata di Melandri a Biaggi, il tamponamento di Checa su Laverty e ovviamente il contestatissimo incidente tra Rea, Haslam e Melandri all'ultima curva prima del traguardo di gara due.
Una frase come quella scritta da Porta sotto intende che tutto il divertimento della Superbike erano i motoscontri, ma non è così, anzi direi che in una sola delle due gare i cinque protagonisti che si son dati battaglia per la vittoria, si sono sorpassati tra loro in modo del tutto regolare e privo di qualsiasi contatto, più volte di quante i protagonisti della MotoGP si sorpassano in un'intera stagione. Ed è questo il punto più contestato dagli appassionati, seppur moderati, come me: che in MotoGP lo spettacolo non è più dato dall'agonismo tra i piloti, ma dalle prestazioni cronometriche dei loro mezzi e chi ha il mezzo più evoluto e con l'assetto migliore vince.


Rispettare la professionalità e il talento dei piloti, di tutti i piloti, è un punto fermo per me: siano piloti MotoGP o Superbike, sono comunque professionisti con un talento che va molto al di là di quello che ogni comune motociclista può anche solo immaginare e quando parlo della MotoGP in relazione allo spettacolo offerto, di sicuro non mi permetto di criticare i piloti o i team, ma piuttosto voglio far notare come negli ultimi anni questo campionato sia lentamente, ma inesorabilmente scivolato nel tecnicismo così estremo dei mezzi, da appiattire completamente il ruolo del pilota, da mortificare totalmente lo spettacolo e chi, come Porta, critica ora una Superbike che fa scintille, dovrebbe ricordare quando qualche anno fa vedeva nella sportellata di Valentino Rossi a Sete Gibernau il sale della competizione, ma le sportellate non erano figlie di errori e guida imprecisa? Allora anche Vale sbagliò e guidò in modo impreciso, ah no, certi assiomi valgono solo per gli altri, come nel calcio: il rigore è sacrosanto se è a favore della tua squadra, ma anche un cieco avrebbe visto che non c'era contatto se è contro la tua squadra.


Al di là delle mie considerazioni personalissime riguardo a quale dei due campionati sia il più spettacolare, quello che proprio non riesco a sopportare è di leggere certe esternazioni di giornalisti a favore di una MotoGP solo cronometro e tecnicismo e contro una Superbike combattuta e vissuta giro dopo giro, che arrivano a sminuire, con le loro parole, le battaglie, le rimonte e i sorpassi, che sono molto simili alle stesse battaglie, rimonte e sorpassi che, fino a qualche anno fa, loro stessi commentavano come spettacolo puro!


A nulla è valso il messaggio di Valentino Rossi che candidamente ha esaltato la gara della Superbike, rammaricandosi che nella sua MotoGP uno spettacolo del genere non si vede più, la logica della difesa ad ogni costo del "proprio campionato" ha preso il sopravvento su tutto e così Meda e Beltramo continuano imperterriti a difendere spada tratta il campionato dei cronometristi.
Spero solo che entrambi l'anno prossimo non seguano l'azienda in Superbike, ma che restino al commento della MotoGP, perché vederli fare un altro dietro front e tornare ad esaltare l'agonismo in contrapposizione al tecnicismo, sarebbe troppo anche per me.



Baci,
UsuL.

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