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mercoledì 2 maggio 2012

Riuscirà mai il mondo a non sbranare chiunque non dica forza Vale?

Lo spunto per questa piccola riflessione me l'ha dato Marco Melandri, che si è sentito in dovere di lasciare un messaggio nel suo sito a proposito delle ultime polemiche che l'hanno, suo malgrado, visto protagonista.

Per chi non lo sapesse, (anche se credo che pochi non abbiamo letto gli articoli sull'argomento), Melandri via twitter ha detto a chi lo segue poche e precise parole:

"Non ho il talento di chi ha vinto 9 mondiali, ma ho avuto l'umiltà di aver rinunciato a milioni di euro e rimettermi in gioco senza scuse e senza l'appoggio della stampa dalla mia. Scusatemi ma questa è una vittoria come uomo, perché ho rispettato me stesso e ne vado fiero! Ringrazio chi mi è stato vicino in momenti difficili. Perché odiavo tutto e tutti e grazie a loro non ho mai smesso di credere in me. Non critico chi è in difficoltà perché so cosa sta passando, ma chi ci vuole fare credere che la soluzione é dietro l'angolo."

Credevo che fosse abbastanza chiaro il concetto espresso: Marco, pur riconoscendo di non essere il talento mondiale che è Valentino, nel momento in cui non ha avuto spazio in MotoGP per poter fare bene, ha rinunciato agli ingaggi milionari, ma su moto che non avevano speranze, per andare in SBK, con ingaggi molto meno allettanti per poter seguire la sua passione di motociclista senza dover scendere a compromessi come uomo, il tutto con postilla finale di rispetto nei confronti di Vale e della sua difficoltà, (che lui ha provato sulla sua pelle).
Forse però è proprio la postilla finale il problema che annulla tutto quello di cui ha parlato prima: la critica a chi vuol far credere che la soluzione è dietro l'angolo, quindi alla stampa specializzata che segue Valentino come i pesci pilota seguono lo squalo.

Quella frase finale probabilmente ha dato fastidio a tutti quelli che, oramai dall'anno scorso, si sono rassegnati a fare la stessa domanda dopo ogni gara: "Cosa c'è che non va nella moto e come si risolve il problema per poterti vedere di nuovo vittorioso?".

Quella stessa stampa di settore che, quando al posto di Valentino c'era Melandri, si limitava a bollare il buon Macho come un pilota alla frutta che non riesce a guidare una moto vincente, visto che Stoner lottava sempre per la vittoria, ma che di fronte ad un Valentino nella stessa situazione, non può dire lo stesso e quindi mentre prima il problema era il pilota, oggi magicamente è diventato la moto.

Io non oso dire se il problema è l'uno o l'altro, non ne ho le competenze sportive, tecniche e giornalistiche, quello che penso l'ho già detto in passato, ma posso arrivare solo fino ad un certo punto, lungi da me pretendere di arrivare oltre, ma sta di fatto che posso mettermi nei panni di Melandri, posso capire che, come uomo e come sportivo, vedere la differenza di trattamento tra lui e Rossi da parte della stampa, gli abbia fatto girare non poco i santissimi attributi e vorrei vedere a chi non sarebbero girati.
Eppure sembra che toccare Valentino Rossi, anche solo menzionarlo in una critica contro tutt'altre persone, sia il biglietto gratuito per una bella gogna mediatica, (come va di moda questa terminologia da politico corrotto beccato con le mani nel sacco), ed ecco che un piccolo sfogo contro chi in passato ha speso parole poco simpatiche nei suoi confronti, diventa magicamente un attacco di Melandri contro Valentino e giù di titoli al vetriolo, polemica innescata e alimentata da quelle stesse penne che in realtà sarebbero dovute essere il bersaglio dello sfogo del pilota BMW, ma che magicamente rigirano la frittata, interpretano a modo loro quelle parole di sfogo a mezzo twitter e invece di dire "mea culpa" per il trattamento riservato in passato a Melandri, arrivano a criticarlo ancor di più per aver osato parlare di Valentino Rossi.

Un giorno Valentino si ritirerà dalle corse, quel giorno molti "giornalisti" non sapranno più cosa scrivere, moltissimi "tifosi" dimenticheranno il motociclismo che non hanno mai veramente capito e il mondo delle due ruote tornerà ad essere il piccolo universo di appassionati come me, che non sentono il bisogno di giurare eterna fedeltà al 46, ma che si limitano ad apprezzare e rispettare ogni pilota che dia loro emozioni, a prescindere dal suo numero o dalla moto che guida, con le loro preferenze, ma senza esagerare.

Baci,
UsuL.

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