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giovedì 17 maggio 2012

Accidenti a Max Biaggi

La monolitica casa su ruote di Valentino Rossi
Questa mattina, come sempre sorseggiando il primo di una lunga serie di caffè doppi, leggevo i messaggi notturni dei vari Brivio, Edwards e tutti quelli che mi sono perso dovendo dormire, quando mi sono imbattuto in uno di Max Biaggi: "Buongiorno gente. Per me è notte qui in California. Tutto ok ora provo a dormire. Che ne pensate della SBK su Italia 1?? Commentate.".


A parte quel commentate finale che ogni volta che lo rileggo lo faccio con la voce simil Hittler o in alternativa simil Frau Blucher di Frankenstein Jr., il suo tweet mi ha per un attimo "costretto" ad affrontare semi seriamente quello scenario: la Superbike su Italia1, e le relative conseguenze che questo implica, accidenti a lui.


Non voglio nemmeno trattare i discorsi triti e ritriti sui commentatori, le redazioni sportive e amenità varie, perché ne ho già parlato a sufficienza. Piuttosto stavo pensando a cosa concretamente cambierà per il campionato e per noi spettatori.


Italia1 è indubbiamente più attrezzata, professionale e con un bacino di spettatori molto più ampio rispetto a La7, quindi c'è da aspettarsi un'impennata di telespettatori che vedranno le gare e di conseguenza una maggiore diffusione della Superbike tra chi non è motociclista, ma gli piace guardare le gare.
Questo ha un primo aspetto positivo: l'aumento della visibilità coincide quasi sempre con un aumento del valore di uno sport per gli sponsor che investono in esso. Con maggiore appetibilità per le aziende che vogliano farsi riconoscere abbinando il loro logo a moto e piloti della SBK, aumenteranno anche le entrate dei team e di conseguenza spero che toglieranno l'assurda regola della "moto singola", adottata per limitare i costi, ma che per ora sta solo limitando il campionato: se a Monza ci fossero state le due moto, molto probabilmente non ci sarebbe stato il pasticcio dei piloti che non volevano partire: bastava prendere la seconda moto con l'assetto per il bagnato e si gareggiava.
Maggiore visibilità vuol dire anche che probabilmente un maggior numero di case produttrici che prendono parte al campionato in modo ufficiale, ora come ora le uniche moto "factory" ufficiali sono BMW e Aprilia se non erro, mentre Ducati, Kawasaki Suzuki e Honda sono affidate a team privati, con supporto delle case produttrici, ma comunque date in mano a privati.


A questo proposito non so quanto sia un bene che le case produttrici rientrino direttamente nel mondiale: si sa che quando c'è un team ufficiale, i team "satellite" hanno materiale "inferiore" a quello del team ufficiale per non impensierirlo agonisticamente, mentre quest'anno per esempio, Ducati fornisce le stesse moto a tutti i team impegnati in pista e lo spettacolo di conseguenza aumenta non poco con Guintolì, Smrz, Checa e Giugliano che hanno tutti un mezzo all'altezza di stare in cima alla classifica.
Siamo sicuri che avere i team impegnati direttamente sarà uno spettacolo migliore, o piuttosto non sarebbe il caso di avere una regola per cui i mezzi dello stesso produttore debbano essere uguali, senza differenze tra i team che corrono con la stessa moto, per favorire la competitività di tutti e quindi rendere più incerto il campionato? Non è forse questo uno dei punti dolenti della sorella maggiore, la MotoGP, dove i team ufficiali schiacciano tutto e tutti, con buona pace per lo spettacolo e tre piloti che corrono solitari gara dopo gara? Spero che chi di dovere mediterà su queste cose, so che non leggeranno mai il mio blog, ma la pulce nell'orecchio so come fargliela arrivare, non preoccupatevi.


C'è un altro aspetto che cambierà, forse subito dal 2013, ma di sicuro dal 2014: l'accesso della gente comune ai box/paddock.


Personalmente ho il mio spacciatore di "pass paddock" personale, è serio, professionale e sempre disponibile a mettermi al collo uno di quei bei pass grigi, nulla di speciale o elitario, ma comunque gratis. Una maggiore visibilità vorrà dire una maggiore richiesta da parte degli spettatori di poter entrare nei paddock, ora come ora chi ha il biglietto per vedere la gara, può comprare l'estensione ai paddock del biglietto stesso, non c'è nulla di difficile, basta pagare qualcosa in più e si può tranquillamente passeggiare nel retro box, incontrare i piloti, farsi fare un autografo o una foto con loro, ci sono quelli più o meno disponibili, quelli che si stanno facendo conoscere e quindi spendono più tempo con il pubblico come Giugliano e quelli che son fin troppo famosi e quindi non si fermano per nulla al mondo come Biaggi e Melandri, ma sta di fatto che, annusare l'aria che tira dietro le quinte, è una possibilità per chiunque voglia provare l'esperienza e se non si vuole spendere soldi c'è sempre l'open paddock del giovedì: non ci sono pass, biglietti o altro, i paddock sono aperti al pubblico senza limiti o pedaggi, i piloti passeggiano più o meno tranquillamente tra i tifosi e gli appassionati e puoi vedere giovani coppiette in cui lui sembra un bambino in un negozio di caramelle, mentre lei si guarda attorno annoiata, così come padri che portano i loro giovani figli a toccare con mano il mondo del motociclismo agonistico, a farsi firmare il capellino da questo o quel pilota, con la speranza del padre di vedere un giorno il figlio in pista come Valentino Rossi.


Tutto questo, mi sa tanto che finirà.


Forse resisteremo abbastanza se non ci sarà quel 46 giallo in pista, ma se dovesse arrivare, addio open paddock, addio pass, addio estensione del biglietto: flotte di invasati vestiti di giallo che non sanno manco mettere la prima su una moto invaderebbero i già angusti spazi dei retro box, picchetterebbero l'area circostante il motor home nero e monolitico del campione di Tavullia, renderebbero impossibile all'organizzazione aprire i cancelli, così com'è in MotoGP oggi.


Più sponsor, più soldi, più visibilità, implicano sempre una limitazione all'accesso del pubblico ai loro beniamini, non per cattiveria, ma perché non ci sarebbe lo spazio fisico per accoglierli in tutta sicurezza, per loro e per i piloti.


Devo ammettere quindi che ho la terribile sensazione che nei prossimi anni non potremo più respirare l'aria dei box anche se non siamo addetti del settore e questo, devo ammetterlo, mi rende un po' triste, ma come si suol dire: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Se da un lato sono contento che la Superbike diventi più famosa tra il pubblico non strettamente motociclistico, dall'altro non posso non rammaricarmi di quello che la cosa comporterà quasi sicuramente.


L'unica speranza è che Valentino Rossi non corra in SBK, ma è sempre più flebile come speranza. Non che io abbia nulla contro la persona, intendiamoci, ma è lo stuolo di tifosi che si porterebbe dietro come personaggio a crearmi problemi.


Chi vivrà, vedrà. Ora è inutile fasciarsi la testa prima del necessario.


Baci,
UsuL

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